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Cultura

Parlando Sottovoce con Ernesto Chiabotto

L’intervista con il curatore della raccolta Tutto Sotto – Sottovoce

Gabriele Farina

Pubblicato

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TORINO – Più volte vi abbiamo raccontato le raccolte Tutto Sotto Neos edizioni, si tratta dei racconti che affrontano le tematiche noir con ambientazione piemontese. Quella di quest’anno si chiama “Sottovoce“, è curata come sempre da Ernesto Chiabotto, e ci porta in un mondo di sussurri inquietanti.

Un viaggio nel male e nel terrore che ci porta a incontrare serial killer, vendette, alter ego, boschi che nasscondono terribili segreti, rapimenti ed esseri misteriosi. A memoria mi sembra sia la più cupa delle raccolte Tutto Sotto fin qui pubblicata. Forse perchè il tema del Sottovoce ha portato gli autori a proporre racconti più intimi, più riflessivi.

Così entriamo nella mente dei mostri umani, di uomini e donne disturbati, vittime di violenze che li hanno trasformati tirando fuori il peggio dal loro animo. Scopriamo i motivi alla base di un omicidio, le rivelazioni di chi per troppo tempo ha tenuto nascosto l’orrore. Non mancano creature soprannaturali e luoghi che nascondono segreti inquietanti.

L’intervista con Ernesto Chiabotto

Siamo di fronte alla nuova raccolta Tutto Sotto. Perchè quest’anno avete scelto di dedicarvi al tema Sottovoce?

Inizio col ringraziarti ancora una volta per ospitarci e propormi quest’intervista. Venendo alla domanda direi che quest’anno il tema è stato espressamente scelto dalla casa editrice, la Neos Edizioni. Io avevo altre idee ma abbiamo alla fine convenuto insieme che valeva la pena di provare un tema che rispetto agli anni passati fosse più impalpabile, meno concreto. La voce non è qualcosa che si può toccare e, come e forse più del passato, si è prestato a suggestioni interiori. Tema più difficile forse, ma stimolante.

Quali sono i temi che gli autori hanno proposto?

Parecchi direi. Il più gettonato è stato quello della “violenza di genere”, come era prevedibile. Il problema è che nella selezione sono arrivati un po’ troppi racconti sull’argomento e inevitabilmente abbiamo dovuto fare delle scelte per evitare ripetizioni. Poi abbiamo anche il “punto di vista” opposto, in cui si rovesciano i ruoli.
Cambiando argomento c’è un racconto in cui un lontano passato coinvolge due illustri personaggi, passati per Torino, un altro in cui si immagina un futuro molto complicato per chi “ha voce” troppo alta, ci sono racconti di vendette, di killer più o meno plausibili e anche un racconto molto “onirico”. Insomma, come al solito si spazia parecchio tra generi e atmosfere, sempre però con un mistero da svelare e il Piemonte come sfondo obbligato delle azioni descritte.

Leggendolo ho avuto l’impressione che questa sia la raccolta più cupa, più noir tra quelle finora pubblicate. Hai avuto la stessa sensazione?

Trovi? Forse il tema, così interiore, ha suggerito una certa intimità, questo sì, ma nell’insieme non ho avuto la stessa impressione. Ci sono anzi due racconti in cui è presente un certo humor nero, per così dire, con i killer maldestri o il vendicativo marito tanguero.
Certo, c’è una certa dose di follia, questo sì, parecchi soggetti “disturbati” raccontati come vittime o più spesso protagonisti. D’altra parte, si dice che chi “sente le voci”, qualche problema ce l’ha, no?. Se posso, però, prenderei questa tua affermazione per un complimento, nel senso che per una raccolta di racconti “noir” una certa cupezza ci vuole e se tu, che sei un lettore attento e esperto, l’hai percepita, vuol dire che abbiamo centrato l’obiettivo.

Il tema Sottovoce ha spinto molti autori a raccontare le motivazioni più intime di killer, vittime e assassini…

Sì, esatto, lo dicevo prima. Tutti noi abbiamo un rapporto intimo con la nostra voce, soprattutto quella interiore, con il flusso dei pensieri a cui diamo peso e retta. È chiaro che se si parla di situazioni estreme, non comuni, pericolose o malate, si esagera. Non vorrei entrare in campi delicati, che richiedono competenze che non ho, ma la mente umana ha tanti di quei risvolti che per venirne a capo ci sono apposta psicologi e psichiatri e spesso non basta. Noi con una antologia di racconti ci siamo limitati a una certa leggerezza…

Come sempre troviamo autori nuovi e presenze fisse. C’è anche un’autrice giovanissima…

Vero. Come gli altri anni c’è un certo ricambio per autrici e autori. Eravamo partiti dalla prima edizione curata da me con inviti ma anche una certa selezione nel senso che tutti gli anni invito, personalmente e tramite Social, più autrici e autori rispetto a quanti saranno i racconti pubblicabili. Tutti i racconti vengono letti in anonimato da una piccola giuria che vota e con la classifica generale alla mano con Neos ci mettiamo a ragionare.
Dobbiamo cercare equilibrio tra generi, trame, atmosfere, ecc. L’età di chi scrive chiaramente influenza lo stile e per il secondo anno consecutivo una ragazza giovanissima, sedici anni, ha superato la selezione. Ne sono molto contento perché il ricambio generazionale deve esserci, in tutti i campi della vita e la scrittura non deve fare eccezione. Anzi, per il prossimo anno sarei felice che di giovani e giovanissimi ce ne fossero anche di più e ne approfitto per invitarli a farlo fin d’ora contattando me o Neos Edizioni.

Qual è il tema che ti ha sorpreso di più tra quelli affrontati dagli autori? Puoi dirmelo sottovoce…

Mi chiedi qualcosa di delicato perché si entra nel campo delle preferenze personali, che ci sono, ovviamente, ma nel mio ruolo di curatore dovrei tenere per me. Posso dirti però che ci sono stati racconti che mi hanno stupito per l’originalità dei soggetti o lo stile di scrittura. Qualche autore ha scritto un racconto che da lui o lei non mi sarei mai aspettato. Nell’antologia si viaggia da un passato remotissimo, quasi magico, a un futuro non so quanto prossimo; da racconti scritti in stile paratattico ad altri più classici, dalla narrazione soggettiva e intimista a una quasi surrealista. Poi, come detto c’è humor, ma anche molta tensione. Quindi, alla fine, sono stati parecchi quelli che mi hanno sorpreso e che mi auguro sorprendano, piacevolmente, i nostri lettrici e lettori. Per cui concludo con l’invito a comprare Sottovoce per sé o, perché no, regalarlo agli amici. L’estate si avvicina, aumenta il tempo che possiamo dedicare alla lettura, giusto?

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