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Alberto Angela al Museo Egizio di Torino per girare parte del programma “NOOS”

A distanza di 10 anni Alberto Angela è tornano al Museo Egizio di Torino

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TORINOAlberto Angela è tornato al Museo Egizio di Torino. Una visita che unisce il piacere di ripercorrere quelle sale ricche di storia alla divulgazione scientifica, lavoro che Alberto Angela continua a portare avanti anche tramite il suo programma televisivo NOOS – L’avventura della conoscenza. 

Arrivato alla sua seconda edizione, il programma che raccoglie il testimone – ma con una propria identità – dello storico Superquark del padre Piero Angela andrà in onda a partire da giovedì 27 giugno su Rai Uno. In questa nuova stagione ci saranno le più belle immagini della natura, viaggi nello spazio, le nuove conquiste della medicina, della tecnologia, e le ultime scoperte dell’archeologia.

Una di queste puntate, ne sono previste 7, vedrà anche una parte girata proprio all’interno del Museo torinese. Lo annuncia lo stesso Angela in un lungo post social che diventa un modo per celebrarne i 200 anni

A distanza di 10 anni dalle riprese di stanotte al Museo Egizio – primo episodio della mia serie Stanotte a…- sono tornato al Museo di Torino per girare un pezzo per NOOS proprio recentemente. Volevo avere l’occasione ancora una volta di raccontare le scoperte e i reperti di quelle stanze e celebrare così il bicentenario di questo tempio della cultura.

Mentre ripercorrevo i corridoi del Museo ho ripensato a quanta strada è stata fatta da 10 anni a questa parte, di quanto lavoro è stato svolto dal Direttore Christian Greco in questi lunghi, bellissimi, anni.

Al suo fianco per tutta la durata del percorso c’è stata la Presidente della Fondazione Evelina Christillin che lo ha sapientemente affiancato attraverso tante iniziative e attività di comunicazione.

Inutile dire quello che rappresenta questo luogo per me, perché credo sia la stessa cosa che provano i Torinesi e con loro tutti gli Italiani: il Museo Egizio si è affermato come un punto di riferimento nel settore grazie al modo che ha di raccontare la storia antica e grazie ai suoi percorsi didattici; un luogo dove i visitatori si arricchiscono di bellezza e conoscenza e dove il passato torna ad essere vivo, emozionandoci.

Non serve ricordare che qui sono passati oltre un milione di visitatori, che qui si vive l’esperienza di un Museo aperto, inclusivo e moderno, un luogo di ricerca e di studio, di scambio e di divulgazione perché non sarà mai abbastanza la gratitudine che ho nei confronti di chi, come Greco e Christillin, ha saputo valorizzare questo tesoro che sì, certo, era lì da molto tempo, ma che in 10 anni è riuscito ad affrancarsi come una delle realtà culturali più attive e riconosciute d’Europa.

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