I fatti avvengono domenica all’ora di pranzo quando viene segnalata la presenza di una donna, a cavalcioni sul telaio della finestra, che cerca di allontanarsi dall’abitazione al piano rialzato, con una bambina assicurata alla schiena da una sciarpa. Vista la scena, un passante aiuta a scendere la donna con la figlia, un’altra persona chiama la Polizia.
Dopo aver preso contatti con il richiedente, i poliziotti si recano nell’appartamento in questione. Qui trovano un uomo il quale riferisce che il resto famiglia si è allontanata da casa per una passeggiata e nega una lite con la moglie nonostante le urla che alcuni passanti avevano udito provenire dall’appartamento.
Mentre gli agenti della Squadra Volante sono nell’abitazione, fa rientro la donna che si palesa ai poliziotti in stato di agitazione e con un principio di ematoma allo zigomo destro. Riferisce di aver avuto una lite con il marito, di essere stata insultata, percossa e di essere poi fuggita.  Nello specifico dei fatti, l’uomo a una richiesta della donna aveva reagito sferrandole un pugno. Quando la donna aveva tentato di allontanarsi da casa, il marito le aveva cinto con forza il collo con l’avambraccio, facendola respirare a fatica. La donna dimenandosi era riuscita a liberarsi e ad urlare per chiedere aiuto, riuscendo a fuggire dalla finestra grazie al passante.
La vittima viene portata in ospedale dove le viene riscontrata la frattura della laringe con una prognosi superiore ai 40 giorni. Alla luce dei fatti, l’uomo viene tratto in arresto.
Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza dell’indagato sino alla sentenza definitiva.