Seguici su

Alessandria

PFAS nel fiume Bormida: la Provincia di Alessandria mette all’angolo la Solvay e la costringe ad analizzare i reparti inquinanti

Sono arrivate due diffide: la Solvay dovrà rispettare il limite di 0,5 microgrammi per litro e dovrà presentare un piano di analisi

Sandro Marotta

Pubblicato

il

ALESSANDRIA – La Provincia di Alessandria ha emesso due diffide nei confronti di Solvay per intimarla a rispettare i limiti di sostanze inquinanti che da tempo rilascia nelle acque dell’alessandrino.

Le due diffide

La notizia è trapeleata qualche ora fa: la Provincia di Alessandria ha invitato sia Solvay che il “Consorzio Trattamento Effluenti Polo Chimico Spinetta” a rimanere nei limiti di sostanze inquinanti stabilite dall’Autorizzazione integrata ambientale. Questo documento stabilisce che nelle acque non ci debbano essere più di 0,5 microgrammi per litro sia per il cC6O4, ovvero una sostanza perfluoruratasia che fa parte dei PFAS, per gli Adv7800, un elemento inquinante simle ai PFAS a catena lunga.

La Provincia ha stabilito anche che la Solvay entro 30 giorni da sabato 8 giugno dovrà presentare un piano di analisi per i reparti produttivi che utilizzano PFAS e nello stesso tempo predisporre un piano per non inquinare più le acque.

Le rilevazioni di Arpa

La decisione arriva dopo che a fine maggio Arpa Piemonte aveva rilevato un’alta concentrazione di questi due elementi (cC6O4 e Adv) sia nel pozzetto di scarico della Solvay sia nei pressi del punto di immissione nel fiume Bormida, lo stesso corso d’acqua in cui erano stati segnalati degli strani aloni di schiuma.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    Alex

    11 Giugno 2024 at 18:47

    dopo oltre un secolo di maialate nel nostro Paese e favoritismi come a Rosignano Solvay, dove possono contare milioni di metri cubi d’acqua dolce pagati niente e fornitura di Salgemma da parte dello Stato alle stesse convenientissime condizioni… al punto che si rifiutano di realizzare il dissalatore. sarebbe ora che iniziassero a rispettare le regole anche loro (ed a PAGARE), mi piacerebbe tanto che gli enti dello Stato anziché girarsi dall’altra parte si attivassero anche in toscana e cercassero arsenico e mercurio sugli scarichi a mare. ma invece no, il comune preferisce piazzare una bella bandiera blu ed arrivarci i turisti!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *