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Cronaca

Nuovo nubifragio su Torino, allagamenti e danni per la grandine

Allagamenti a Leinì e Settimo

Gabriele Farina

Pubblicato

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TORINO – Un nuovo nubifragio si è abbattuto su Torino intorno alle 14.30. Questa volta le zone più colpite sono state quelle a nord della città con pioggia violenta e grandine che si sono spinte fino al centro.

Allagamenti in diverse zone, da Leinì a Settimo alla zona di corso Potenza in città, in Parella si è abbattuta una violenta grandinata. Presto per fare la conta dei danni.

Danni alle coltivazioni

Danni ingenti si segnalano in Canavese dove si sono nuovamente verificati allagamenti dei campi e dove la grandine ha distrutto le piantine di mais che stavano iniziando al crescita.

Ma a preoccupare sono le semine. In Canavese non si riesce a completare il ciclo di semina del mais. Ci sono terreni dove è impossibile entrare con i mezzi e le attrezzature agricole. Ora si teme che non ci sia più tempo.

«Ormai piove incessantemente da un mese e mezzo – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Il terreno è molto impregnato e ci vorrà almeno una settimana di sole per rendere i campi accessibili ai mezzi agricoli. Siamo in grande ritardo con le semine e questo ci preoccupa. La stagione agraria non è illimitata. C’è un momento per ogni fase della crescita delle piante. Le semine avrebbero dovuto essere concluse a metà maggio. Se non semina entro questi giorni le piante non riusciranno a completare il ciclo che si basa sulle temperature delle giornate estive ma soprattutto sulle ore di luce. Anche con un autunno caldo la pianta di mais non cresce e non matura le pannocchie».

Allarme anche per gli sfalci di fieno. Gli allevatori hanno paura di vedere ripetere la situazione dell’estate 2022 quando non ci fu fieno per colpa della siccità: questa volta c’è un fieno ottimo ma che sta finendo il ciclo di maturazione e senza che si possa falciare ed essiccare. «Questo taglio di fieno è il migliore dell’anno, se perdiamo questo dovremo comprare fieno sul mercato aumentando i costi dell’alimentazione degli animali».

Foto di Yvan Barbara Tarquini Dionisi

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