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Ambiente

Il Comitato Salviamo il Meisino denuncia irregolarità nel progetto del Parco dello sport

Un intervento giudicato negativamente dalle oltre 8.500 persone che a oggi hanno firmato la petizione online, che impatterebbe sull’area naturalistica sin dalle attività di cantiere

Gabriele Farina

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TORINO – Riceviamo e pubblichiamo una lettera del Comitato Salviamo il Meisino relativamente alla mancata risposta da parte del Comune di Torino ad un loro esposto che denuncia irregolarità importanti nel progetto del Parco dello sport e dell’educazione ambientale che dovrebbe sorgere nel parco del Meisino.

“Ristrutturazione e recupero o risanamento edilizio non sono la stessa cosa, che a progettarli sia un privato cittadino o un Ente pubblico, e tanto più se l’intervento ricade in un’area protetta. Gli interventi di restauro e risanamento sono finalizzati a preservare gli elementi originali della struttura nella loro attuale consistenza, senza alterarne le destinazioni d’uso, mentre le ristrutturazioni prevedono modifiche, ampliamenti, adeguamenti degli edifici esistenti.

Da un mese il Comitato Salviamo il Meisino attende replica all’esposto inviato, il 28 aprile scorso, agli Uffici di Vigilanza della Regione, del Comune e dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese. L’esposto riguarda alcune notevoli irregolarità del progetto denominato in maniera edulcorata “Parco dello sport e dell’educazione ambientale”. È stata infatti prevista una sostanziale ristrutturazione della cascina Malpensata (presso l’ex galoppatoio), che il Piano d’Area non consente: esso permette esclusivamente il recupero edilizio, ossia il restauro o risanamento dei fabbricati in questione. Nel progetto l’intervento è definito ‘risanamento’, ma sul sito del Comune “Torino Cambia” si legge che “Il progetto prevede il risanamento strutturale e la ristrutturazione edilizia dei corpi di fabbrica esistenti, la messa in sicurezza dei nuovi ambienti relativamente al rischio idrogeologico [siamo in zona esondabile, fascia B], la realizzazione di nuovi collegamenti verticali e orizzontali, l’adeguamento energetico e impiantistico”. Dal progetto risulta che per l’edificio principale sia prevista la sopraelevazione di un piano, proprio perché in zona esondabile, nonché la realizzazione di portici e terrazzi attualmente non presenti. L’importo stesso del
progetto (4 milioni di euro) prova che non si tratta di un semplice risanamento.

Ma le irregolarità non finiscono qui: i nuovi impianti sportivi sono stati posizionati in area contigua alla Zona a Protezione Speciale, ai margini della Borgata Rosa, apportando variazioni alle destinazioni d’uso senza aver adempiuto, in modo corretto, alle modalità formali e istruttorie riferite al Piano d’Area, in particolare senza proporre una nuova scheda progettuale.
Ricordiamo che il Piano d’Area del Parco del Po Piemontese fissa le tutele, proprie dell’area, garantite dalla Normativa Europea Rete Natura2000 per la ZPS Meisino IT1110070 Confluenza Po-Stura.

Il Comitato ha potuto analizzare il progetto definitivo diverso tempo dopo la fine dell’ultima Conferenza dei Servizi, perché il Comune si è deciso a pubblicare la relativa documentazione soltanto dopo diversi solleciti. Il progetto definitivo, a oggi, non risulta essere ancora stato approvato dalla Giunta, e il Comitato auspica che l’esposto, presentato il 28 aprile, cancelli definitivamente quest’intervento, finanziato con fondi PNRR (almeno in parte a debito) e già pesantemente condizionato dalle prescrizioni dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese. Un intervento giudicato negativamente dalle oltre 8.500 persone che a oggi hanno firmato la petizione online, che impatterebbe sull’area naturalistica sin dalle attività di cantiere (scavi, demolizioni, trasporti con inquinamento anche acustico, emissioni di sostanze nocive e climalteranti e produzione di rifiuti).”

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