Cronaca
Palazzo Nuovo, il rettore Geuna contro il sermone dell’Imam Brahim Baya
L’Università di Torino ribadisce la ferma condanna per quanto è accaduto
TORINO – Dopo che il rettore del Politecnico di Torino, di concerto con la ministra Bernini, ha deciso di inviare richiesta al Prefetto e al Questore di Torino di diffida dallo svolgere funzioni e attività presso le sedi dell’Ateneo nei confronti dell’Imam Brahim Baya, prende posizione anche il rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna.
Geuna, tramite una nota, esprime ferma condanna per quanto accaduto. Ricordiamo, infatti, che l’imam Brahim Baya venerdì scorso ha tenuto un momento di preghiera nella hall di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino da 12 giorni occupato dal movimento “Intifada studentesca”.
Le parole di violenza pronunciate da Brahim Baya durante il sermone tenuto a Palazzo Nuovo occupato non si conciliano con un’idea di Università come luogo democratico di scambio e confronto. Al contrario, affermano valori che sono in contrasto con l’idea della pace e della convivenza tra i popoli.
L’Università di Torino, quindi, ribadisce la ferma condanna per quanto è accaduto negli spazi autogestiti dagli occupanti ed esprime profondo rammarico per un’iniziativa che contraddice i principi fondamentali della laicità e del pluralismo nelle istituzioni.
L’Università di Torino auspica quindi che Brahim Baya possa riconsiderare quanto accaduto e voglia quindi astenersi in futuro da altre iniziative che possano mettere in discussione i valori fondativi della nostra comunità scientifica o ledere l’immagine pubblica del nostro Ateneo.
Intanto il dialogo con gli occupanti continua. Anche questa mattina una delegazione di UniTo ha incontrato chi ancora presidia Palazzo Nuovo. Finita l’occupazione del Rettorato, restituito alla sua piena agibilità funzionale, la delegazione ha ribadito ai manifestanti la richiesta di consentire, già per lunedì, il ripristino dell’attività didattica in presenza e tutte le attività lavorative.
Occorre quindi perseverare nella ricerca del dialogo, strumento essenziale per giungere al più presto ad una soluzione che consenta la pronta e piena ripresa della vita universitaria laddove negata.
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