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Ambiente

Giornata delle api: è allarme per l’invasione di miele dall’estero, +23% nel 2024

Il comparto apistico rappresenta un tassello importante per il Piemonte che continua a collocarsi al primo posto tra le Regioni per numero di produttori e produzione

Redazione Quotidiano Piemontese

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NOVARA – Oggi è la Giornata mondiale delle Api e, purtroppo, da una analisi Coldiretti emerge che, nel 2024, sono aumentate del 23% le importazioni di miele straniero, mentre le anomalie climatiche, con l’alternarsi di caldo, siccità e maltempo, hanno causato problemi alle fioriture costringendo gli apicoltori a ricorrere alle alimentazioni di soccorso per salvare gli alveari.

Secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, nei primi due mesi dell’anno sono arrivati quasi 4,8 milioni di chili di prodotto straniero, di cui oltre ¼ di provenienza Extra Ue, spesso di bassa qualità e a prezzi stracciati, che esercita una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello italiano, mettendo in difficoltà i produttori nazionali. L’Ungheria di Orban ha praticamente raddoppiato le vendite nel nostro Paese.

Il comparto apistico rappresenta un tassello importante per il Piemonte che continua a collocarsi al primo posto tra le Regioni per numero di produttori e produzione, pur subendo le criticità che hanno investito il settore a livello nazionale. Secondo l’elaborazione del Centro Studi Divulga su dati Unioncamere 2022, in Piemonte sono state rilevate 6.125 aziende nel 2022 e oltre 195 mila alveari.

“Tra siccità, prima, e forti piogge ora, l’annata apistica, anche se appena iniziata, presenta delle difficoltà – spiegano il presidente di Coldiretti Novara-Vco Fabio Tofi e il Direttore Luciano Salvadori -. Da una parte il clima, tanto che la produzione di miele primaverile, come il ciliegio ed il tarassaco, è stata scarsa e dall’altra le importazioni che squilibrano completamente il mercato poiché dall’estero arriva miele a basso prezzo che danneggia le vendite dei nostri produttori”.

Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero occorre sempre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolte interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi.

“Un ulteriore sostegno in tale direzione viene dalla nuova Direttiva Breakfast varata dall’Unione Europea che introduce un’etichetta obbligatoria e chiaramente visibile del paese di origine, e avvia un processo per creare un sistema di tracciabilità del prodotto. Nel caso di miscele, l’etichetta includerà anche la percentuale per ciascun Paese di provenienza – continuano Tofi e Salvadori – .

Un passo avanti importante verso la trasparenza che va ora completato introducendo il principio di reciprocità, per evitare che nel nostro Paese arrivi miele prodotto secondo modalità vietate in Europa, garantendo il rispetto delle stesse regole in materia di sicurezza alimentare, qualità e tutela dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Attraverso l’acquisto diretto del miele dai nostri apicoltori si sostiene il presidio del territorio e la presenza di una sentinella importante della qualità dell’ambiente e della biodiversità quale è l’ape”.

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