Scuola e formazione
Alcuni collettivi universitari sono contrari nel merito e nel metodo all’occupazione dell’Università di Torino
Obiettivo Studenti contesta il “boicottaggio indiscriminato”, Run mette l’accento sul rispetto degli spazi pubblici”
TORINO – Ci sono posizioni contrastanti all’interno del panorama dei collettivi universitari riguardo all’occupazione delle sedi dell’Università e del Politecnico di Torino, che ormai dura da una settimana. Il movimento che coordina le azioni di protesta e di riflessione tra le varie sedi occupate (Palazzo Nuovo, Fisica e sede centrale del Poli) si chiama “Intifada studentesca”; al suo interno ci sono membri appartenenti, tra gli altri, al Collettivo universitario autonomo, a Progetto Palestina, a Studenti Indipendenti.
Le richieste della mobilitazione sono quattro: l’interruzione di tutti gli accordi accademici tra UniTo e tutte le istituzioni di Israele; lo stop a tutte le collaborazioni tra UniTo e l’industria bellica; la pubblicazione di tutti gli accordi tra Unito e terze parti; la “presa di posizione pubblica e formale da parte del Rettore e del Senato accademico di UniTo a favore del blocco di invio di armamenti bellici ad Israele, per un cessate il fuoco totale, per l’interruzione delle operazioni militari israeliane su Rafah e Jabalia”.
Alcune organizzazioni studentesche di UniTo e PoliTo però non sono del tutto d’accordo. Obiettivo Studenti nel merito e nel metodo, Run specificamente con i metodi.
“Essendo così tanti, è ovvio che qualche posizione divergente ci sia – dice una studentessa che preferisce rimanere anonima, mentre studia nell’atrio di Palazzo Nuovo, su un tavolo tappezzato di volantini pro Palestina – fa parte del gioco, qui dentro siamo in centinaia. Più delle differenze tra collettivi, credo che sia decisamente più rilevante la posizione del rettore, che ancora non si è espresso sul genocidio in corso”.
Obiettivo studenti
“Anche noi sentiamo l’esigenza di pace e di giustizia espressa in queste manifestazioni – si legge in un post di Obiettivo Studenti, collettivo con diversi rappresentanti nei corsi a Giurisprudenza, Economia e al Poli – ma il boicottaggio indiscriminato di ogni accordo contrasta con la reale vocazione dell’università”.
Perplessità anche sul metodo dell’occupazione: “il caso di Palazzo Nuovo ci lascia tanti dubbi: “chi pulirà i muri imbrattati con scritte spesso discutibili? Chi pagherà i danni causati alla struttura?”. Al momento non si hanno notizie certe di danni alle strutture a Palazzo Nuovo (salvo un murale sulla parete dell’atrio), ma in corso Duca, al Politecnico, il rettore ha puntato il dito su una ” effrazione di uno degli ingressi”.
Run UniTo
Run UniTo è un’associazione studentesca con distaccamenti sia al Poli sia a UniTo che fa parte della rete nazionale Primavera degli studenti. “Anche noi vogliamo che le università chiudano ogni tipo di rapporto con le imprese del settore privati, quali per esempio la Leonardo”, spiega Sara Marovelli, coordinatrice di Run e rappresentante degli studenti a Culture, Politiche e Società – ma vogliamo anche perseguire un bilanciamento tra il diritto allo studio e il diritto allo sciopero, garantendo che entrambi siano rispettati e tutelati. Appoggiamo lo sciopero pacifico che non preveda violenza né fisica né verbale, nel rispetto delle persone e degli spazi pubblici, cosa che invece non si sta facendo Palazzo Nuovo”.
Nel frattempo domani, martedì 21 maggio, è atteso un corteo in via Verdi per “presentare il documento prodotto dagli studenti e dalle studentesse dell’Intifada Studentesca di Unito per discutere concretamente sulla possibilità di rescissione degli accordi e delle collaborazioni con le università israeliane”.
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