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Ambiente

Da rifiuto urbano a chicco di riso: ecco come vengono riciclate le capsule di caffé dalla società “Gaia”

Ci saranno 12 nuovi punti di raccolta vicino ad Asti dove le imprese come Nescafé o Starbucks potranno riciclare le capsule usate

Sandro Marotta

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ASTI –  Nespresso e Gaia, società per la gestione ambientale dell’Astigiano, hanno siglato un accordo per ampliare la rete di raccolta delle capsule di caffè. Saranno 12 i nuovi punti di conferimento sono stati attivati nelle isole ecologiche della provincia, portando il totale a 18 in tutto il Piemonte.

Il progetto

L’iniziativa si inserisce nel progetto di economia circolare “Da chicco a chicco”, nato da una collaborazione, sancita a livello nazionale da un protocollo, tra Nespresso, CiAl (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio), Utilitalia (la federazione delle aziende pubblico-private di servizi) e CIC (Consorzio Italiano Compostatori). L’obiettivo è dare una seconda vita alle capsule di caffè in alluminio che, in Italia, sono considerate come un rifiuto urbano indifferenziato.

Come funziona il processo?

In breve, nelle ecostazioni di GAIA le aziende come Nespresso, Illycaffé e Starbucks portano le cialde di caffè già utilizzate e queste vengono spedite in un impianto di trattamento vicino a Brescia. Qui viene separato il caffé ancora presente dall’alluminio della cialda. A questo punto l’alluminio viene reinserito nella filiera, mentre la polvere di caffé viene mischiata con altri materiali organici, diventando una sorta di compost destinato all’agricoltura.

A questo punto il materiale viene utilizzato per coltivare riso, che le imprese come Nescaffé si impegnano ad acquistare per una quantità proporzionale al caffé fornito. I chicchi di riso raccolti vengono successivamente forniti al Banco Alimentare e mangiati dalle persone.

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