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Cultura

Da Torino Max Magaldi porta Vainglory nel Mobile Pavilion della Biennale Arte 2024

Vainglory’ è l’opera che trasforma decine di smartphone e contenuti social in una scultura visiva e sonora

Gabriele Farina

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VENEZIAForeigners Everywhere è il titolo della Biennale Arte 2024 curata da Adriano Pedrosa. Siamo tutte e tutti stranieri rispetto a chi abita un posto ‘altro’, estrangeiro, étranger, extranjero, ovvero strano, estranho, étrange, extrano, in una sola parola universale: queer.

Così Biennale Arte 2024 si è sviluppata sulla connessione delle produzioni di artisti e artiste queer, outsider, folk o popular, indigeni, ma ha dimenticato l’utente che mette in discussione la figura di chi nella società di oggi produce contenuto e arte e che è – spesso in modo incontrollabile e inconsapevole – creator di queerness per eccellenza, apolide del mondo del prosumerism di cui tutti e tutte facciamo parte producendo e consumando ogni giorno miliardi di contenuti on line.

Il Mobile Pavilion nasce in questo vuoto e come outsider, fuori da ogni nazionalità, dove tutti e tutte sono residenti, stranieri, dove chiunque ha il passaporto per produrre, agire e fruire in un obbligo ciclico di creazione e consumo fuori dal quale si rischia di scomparire. Il pavilion apolide di biennale è quindi per sua stessa definizione in ogni luogo e in nessuno in particolare.

Vainglory

Protagonista del Mobile Pavilion è Vainglory, “l’opera nella quale decine di smartphone diventano palcoscenici di contenuti social di ogni tipo che vengono manipolati e trasformati in una scultura visiva e sonora che – come dichiara Max Magaldi – mette in scena l’obbligo di mettersi in scena a cui tutti siamo sottoposti mentre proviamo a distinguerci da milioni di altri utenti che cercano di fare altrettanto. Il sociale diventa social e crea una condizione sempre in bilico tra esempi di creatività diffusa, a volte sorprendenti ed un costante brusio di fondo.”

Vainglory è prodotta a Venezia da The Goodness Factory e Cactus in collaborazione con Pase e Lightbox e sostenuta da REAPP, azienda leader nella vendita di device Apple rigenerati o ricondizionati di altissima qualità che, sposando i criteri dell’ecosostenibilità ha deciso di supportare l’installazione.

Il Mobile Pavilion

Il Mobile Pavilion è stato creato durante la residenza a Pase Platform la cui restituzione avverrà il 15 maggio dalle 12.00 alle 21.00 e da cui Vainglory si sposterà sabato 18 maggio per diventare un’opera diffusa. L’artista sceglie così come sede espositiva i sotoporteghi veneziani, le brevi gallerie della Serenissima che permettono la comunicazione tra loro di calli, corti e campielli e al cui interno, nel passato, venivano collocati dei tabernacoli con immagini devozionali illuminate da ceri che davano luce anche al buio del portico. Se l’immagine sacra era particolarmente cara al popolo il sotoportego veniva decorato come una cappella, con drappi agli ingressi, il soffitto a cassettoni e l’acquasantiera.

Nel Mobile Pavilion i contenuti social diventano le immagini devozionali di un contemporaneo nel quale ognuno è santo patrono di se stesso, devoto a se stesso, costretto ad alimentare quotidianamente il suo processo di auto-beatificazione social. Gli smartphone illuminano e sonorizzano lo spazio pubblico e i contenuti scaricati dai social network, manipolati dall’artista, diventano la colonna sonora.

Chi è Max Magaldi

Max Magaldi (1982), musicista e artista, ha suonato in tutta Europa con diversi progetti musicali.A partire dal 2018 sperimenta azioni performative digitali che intrecciano musica, arte contemporanea e hackeraggio sui social network e studia lo spazio pubblico sviluppando il concetto di murales sonoro.

Ha realizzato sonorizzazioni e installazioni in Italia, Francia, Grecia, Arabia Saudita e ha collaborato con artisti come Edoardo Tresoldi, Gonzalo Borondo, Studio Azzurro, Andrea Villa, Alberonero.

Cofondatore di OFF TOPIC, hub culturale della città di Torino, dal 2021 fa parte di Cubo Teatro, collettivo di artisti multimediali che lavora su progetti di teatro performativo contemporaneo.

Nel 2021 crea MEMISSIMA, il festival della cultura memetica, di cui è direttore artistico.

Foto di Roberto Conte

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