Quotidiano Piemontese
L’ospedale Mauriziano di Torino sperimenta il modello di cura “Nursing FOC”: “favorisce il benessere della persona curata e degli infermieri”
Al momento sono 11 i reparti coinvolti nel progetto, ma l’obiettivo è estenderlo all’intero ospedale
TORINO – L’ospedale Mauriziano di Torino ha espresso le prime valutazoni positive riguardo al modello di assistenza infermieristica chiamato “Nursing FOC”. L’anno scorso l’ospedale torinese aveva coinvolto tre reparti nel progetto, quest’anno altri sette e l’obiettivo è arrivare a far adottare questo modello all’intero ospedale intero.
Il responso è positivo: “favorisce il benessere della persona curata e dei professionisti che la curano”, spiega la dottoressa Graziella Costamagna (direttrice della Direzione delle professioni sanitarie del Mauriziano).
In cosa consiste il modello
Il progetto “Nursing FOC” trae le sue basi dal framework internazionale “FOC” (Fundamentals of Care), promosso dalla professoressa australo-britannica Alison Kitson, e dalle professoresse Loredana Sasso ed Annamaria Bagnasco dell’Università di Genova, che hanno diffuso il modello in Italia.
Si tratta di un modo di intendere il lavoro di cura, che in quest’ottica deve avere 3 fondamenti: il primo è una relazione di fiducia tra chi è curato e chi cura; il secondo è la cura non solo dei bisogni fisici del paziente, ma anche di quelli psicosociali e relazionali; il terzo è un contesto di politiche sanitarie che permetta i primi due fondamenti.
In cosa si è tradotto al Mauriziano
Nel pratico, l’ospedale ha distribuito un infermiere ogni sei assistiti, ha predisposto un piano di archiviazione dei documenti infermieristici dedicato a ciascun paziente e ha adottato “nuovi e più efficaci strumenti di comunicazione all’interno delle équipes”. Inoltre la struttura sanitaria aggiunge che “è stato allungato l’orario di visita riservato ai parenti, sono stati creati ambienti colorati e ricchi di verde nelle sale soggiorno, sono stati aumentati i presidi assistenziali (carrozzine, comodoni e paraventi) ed è tornato in corsia il personale volontario dell’AVO (Associazione volontari ospedalieri)”.
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