Cuneo
All’ospedale di Verduno l’ipertrofia prostatica si tratta con interventi minimamente invasivi
È oggi uno dei Centri di eccellenza per gli interventi minimamente invasivi su questa patologia
VERDUNO – La richiesta dei pazienti, laddove clinicamente possibile, è: “nessuna chirurgia”, soprattutto quando questo comporti potenziali effetti collaterali, incontinenza urinaria, problemi sessuali. Una richiesta che ha “grandi dimensioni”, se si pensa che l’Ipertrofia Prostatica Benigna, cioè l’ingrossamento anomalo della prostata, viene diagnosticata ogni anno a circa 7 milioni di uomini italiani e che l’incontinenza urinaria interessa dal 4% al 12% degli over 50. La buona notizia è che la ricerca è inarrestabile, le soluzioni terapeutiche più efficaci, le strutture ospedaliere meglio attrezzate per gestire pazienti di ogni età e problematiche.
Come la Struttura Complessa di Urologia dell’ASL CN2, il cui ospedale “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno, a metà strada tra Alba e Bra, in provincia di Cuneo, è oggi uno dei Centri di eccellenza per gli interventi minimamente invasivi su questa patologia e, proprio in questi giorni, ha “raggiunto” i primi 1000 interventi con la tecnologia del laser verde (greenlight laser) e ben 300 con il sistema, di più recente introduzione, che impiega solo vapore acqueo.
Lo conferma il dottor Francesco Varvello, direttore di Urologia, ricordando che proprio la struttura dell’ASL CN2 aveva intravisto sin dagli esordi le potenzialità delle tecnologie minimamente invasive e se ne è dotata per tempo, così da rispondere a un numero sempre più ampio di pazienti, con patologie diverse. Si aggiunga che le competenze su queste innovazioni terapeutiche hanno consentito di promuovere a Verduno corsi di formazione avanzata sulle nuove tecnologie, gettonatissimi e frequentati da giovani urologi provenienti da tutta Italia.
Sulle caratteristiche e l’efficacia delle soluzioni terapeutiche minimamente invasive, come il laser verde greenlight, va ricordato che l’Ipertrofia Prostatica Benigna è destinata a peggiorare con l’età e viene trattata inizialmente con terapie farmacologiche. Laddove i farmaci non risultino efficaci o ben tollerati è necessario optare per soluzioni terapeutiche più risolutive. Il laser verde, grazie alla sua particolare lunghezza d’onda, colpisce selettivamente le molecole di emoglobina contenute nel sangue e rilascia energia verso il bersaglio, recidendo il tessuto prostatico in eccesso con altissima precisione. La procedura assicura una ottimale risoluzione dei sintomi urinari, presenta bassi rischi di sanguinamento consentendo in questo modo, aspetto niente affatto marginale, di intervenire anche su pazienti problematici sottoposti, per esempio, a terapie anticoagulanti che non possono essere interrotte.
Ancora più innovativo il trattamento che impiega solo energia termica e vapore acqueo, introdotto di recente in Italia, e che molti specialisti hanno definito “rivoluzionario”. In questo trattamento, il vapore prodotto da un generatore viene iniettato nella prostata in dosi controllate di pochi secondi, con un totale di somministrazioni stabilite dall’urologo in base alle condizioni del singolo paziente. Iniettato nel tessuto prostatico, il vapore si concentra nello spazio fra le cellule tissutali. A contatto con la temperatura corporea si raffredda e si condensa, liberando l’energia termica immagazzinata che genera le denaturazione delle cellule. Progressivamente, le cellule denaturate vengono assorbite dal normale metabolismo corporeo, riducendo in questo modo il volume del tessuto prostatico. Inoltre, la condensazione del vapore acqueo genera il collasso del sistema vascolare rendendo la procedura non cruenta.
E non è tutto, uno degli aspetti che registrano il maggior favore dei pazienti nei confronti di questa procedura non chirurgica e minimamente invasiva, è che preserva intatte funzioni fondamentali quali le funzioni sessuali o urinarie, può essere eseguita con un breve ricovero ma eventualmente anche in day-hospital o presso ambulatori specializzati e, ricorda il dottor Francesco Varvello commentando gli importanti traguardi raggiunti dall’Ospedale Ferrero, viene effettuato presso la struttura ospedaliera di Verduno in regime di Servizio Sanitario Nazionale. Un aspetto non secondario che ha richiamato e richiama un crescente numero di pazienti anche da fuori Regione.
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