Cronaca
Arrestato il capo della banda che truffava gli anziani, responsabile di 31 truffe
Usava la tecnica del “caro nipote”, telefonando agli anziani e chiedendo aiuto per conto di un nipote vittima di un incidente mai avvenuto
NOVARA – La Polizia di Stato di Novara ha tratto in arresto un uomo di 49 anni a seguito di sentenza definitiva pronunciata dalla Corte di Cassazione, che ha riconosciuto l’uomo colpevole dei reati di associazione a delinquere e di 31 truffe aggravate compiute in danno di persone anziane con la tecnica del “caro nipote”.
L’attività investigativa che ha portato alla condanna era stata compiuta nel 2020 dalla sezione Reati contro il Patrimonio della Squadra Mobile, che aveva individuato un’articolata organizzazione con base a Novara ed in Polonia e che vedeva l’uomo come vertice in questo capoluogo.
Come funzionava la truffa
Le truffe – compiute nelle province di Novara, Vercelli, Como e in territorio svizzero – vedevano il coinvolgimento di uno o due “telefonisti” che contattavano le anziane vittime e, fingendo che un loro famigliare – solitamente un figlio o nipote – fosse in grave pericolo, riuscivano a farsi consegnare tutto il denaro e gli oggetti preziosi custoditi a casa, che venivano ritirati da un complice inviato appositamente.
Le scuse utilizzate erano, solitamente, che il familiare aveva causato un grave incidente e che il denaro serviva a non farlo andare in prigione. Con l’avvento del COVID-19, poi, avevano iniziato a fingere di chiamare dall’ospedale dicendo che il parente era in grave pericolo di vita a causa, appunto, del virus e che il denaro serviva a pagare una costosissima iniezione che gli avrebbe salvato la vita.
L’uomo era già stato tratto in arresto nel gennaio 2021 durante l’esecuzione di 8 misure cautelari emesse nei confronti dei soggetti individuati.
Condannato alla pena di anni 5 e giorni 5 di reclusione, è stato accompagnato presso la casa circondariale di Novara, per espiare la pena residua di anni 4, mesi 3 e giorni 27 di reclusione.
La polizia rircorda di fare attenzione
Con l’occasione la Polizia di Stato ricorda a tutti i cittadini di prestare molta attenzione alle telefonate che ricevono. Nessun ente dello Stato chiede denaro al telefono, tantomeno gioielli a parziale pagamento per prestazioni, sanitarie o legali che siano. Parimenti, non devono essere mai inviate a casa persone incaricate del ritiro dei beni. Telefonate con richieste di questo genere devono creare un campanello d’allarme nei confronti di chi le riceve, che deve immediatamente interrompere la telefonata e comporre, preferibilmente da un’utenza cellulare, il Numero Unico di Emergenza 112.
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