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Oggi in Piazza Castello a Torino la prima giornata di prevenzione della Shaken Baby Syndrome

Si tratta di un grave trauma cerebrale che può colpire i bambini nei primi mesi di vita se vengono scossi violentemente da chi si prende cura di loro

Elena Prato

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TORINO – Oggi, in Piazza Castello a Torino e in altre piazze italiane, si terrà la prima Giornata di Prevenzione della Shaken Baby Syndrome, una sindrome che, in 1 caso su 4, porta al coma o alla morte del lattante.

 

La Shaken Baby Syndrome è infatti un grave trauma cerebrale che può verificarsi nei neonati e nei lattanti se vengono scossi violentemente, spesso da genitori esausti dal pianto del bambino, particolarmente intenso nei primi mesi di vita, senza rendersi conto del pericolo di tale gesto. L’iniziativa, a cura della Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica (SIMEUP) e di Terre des Hommes, un’organizzazione impegnata nella tutela dei minori, in collaborazione con la Pediatria d’Urgenza dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino e la Croce Verde Torino, si terrà oggi dalle ore 10:00 alle 14:00.

 

Presso lo stand allestito in Piazza Castello, a cura dell’ospedale Infantile Regina Margherita e della Croce Verde Torino, gli operatori saranno a disposizione dei cittadini per spiegare i pericoli dello scuotimento e come gestire il pianto del lattante nei primi mesi di vita senza rischi, anche attraverso prove pratiche con l’ausilio di manichini pediatrici. Obiettivo della giornata di sensibilizzazione è di far comprendere ai genitori e a coloro che si prendono cura dei più piccoli che questo fenomeno colpisce soprattutto i bambini tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita «quando il pianto è più intenso – come spiegato dalla dottoressa Barbara Lauria, Presidente di SIMEUP Regione Piemonte e Valle d’Aosta e Responsabile dell’ambulatorio Bambi della Pediatria d’Urgenza dell’ospedale Infantile Regina Margherita – È importante che se un genitore si sente in difficoltà, metta il bambino in un luogo sicuro e chieda aiuto».

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