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“E tu, com’eri vestita?”: una mostra di Amnesty al Circolo dei lettori di Torino decostruisce gli stereotipi legati alla violenza sulle donne

Dal 5 al 19 aprile. L’installazione con gli abiti indossati dalle donne vittime di violenza è parte della campagna “#IoLoChiedo -Il sesso senza consenso è stupro”

Sandro Marotta

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TORINO – Il 5 aprile a Torino, presso il Circolo dei lettori, ci sarà l’inaugurazione della mostra “Com’eri vestita?”, promossa da Amnesty International per contrastare i pregiudizi sulla violenza di genere sulle donne. L’installazione (parte della più ampia campagna #IoLoChiedo -Il sesso senza consenso è stupro) sarà visitabile fino al 19 aprile, con ingresso libero negli orari di apertura del Circolo dei lettori (9,30-21).

L’esposizione – spiega Amnesty Piemonte e Valle d’Aosta – ricostruisce le storie delle vittime di abusi insieme agli abiti che indossavano al momento della violenza subita”. L’obiettivo è smantellare uno dei pregiudizi ancora oggi più radicati sulle violenze di genere, cioè che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti diversi”.

USA: l’origine del progetto “What I was wearing”

Il progetto risale al 2013 all’interno dell’Università del Kansas, da un’idea di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e la formazione sessuale, e di Mary A. Wyandt- Hiebert, responsabile della programmazione del Centro di educazione contro gli stupri.

Come spiega The University of Kansas, tutto è nato da una conferenza ospitata dall’Arkansas Coalition Against Sexual Assault, in cui si lesse una poesia di Mary Simmerling, dal titolo “What I was wearing”.

A partire da questa riflessione si avviò il progetto, che coinvolse anche le donne che studiavano in università. Furono proprio loro, come spiega ancora l’ateneo, a condividere “volontariamente brevi descrizioni di ciò che indossavano quando hanno sperimentato in prima persone un episodio di violenza sessuale, tramite interviste personali con Wyandt-Hiebert e Brockman”.

L’arrivo in Italia

Questo progetto è stato diffuso in Italia diversi anni fa, nel 2018, dall’associazione Libere Sinergie. L’esposizione torinese di aprile è stata promossa, invece, da Amnesty International in occasione del lancio della campagna #IoLoChiedo -Il sesso senza consenso è stupro.

L’obiettivo della campagna

Lo scopo è “introdurre nella legislazione italiana il principio del consenso. – spiega Amnesty in una nota – Oggi non è così: in Italia il codice penale fa riferimento a una definizione di stupro basata esclusivamente sull’uso della violenza, della minaccia o della coercizione, senza alcun riferimento al principio del consenso come invece previsto dall’articolo 36 della Convenzione di Istanbul, ratificata nel 2014 anche dall’Italia”. Qui è disponibile il testo originale.

“Molti Paesi, in Europa, – concludono da Amnesty – hanno già modificato in questo senso la propria legislazione: con questa campagna chiediamo l’adeguamento della nostra legislazione e una forte spinta a un cambiamento culturale perché sia chiaro che il sesso senza consenso è stupro”.

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