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Cronaca

La svolta nel caso di Anna Vitiello, insegnate malata di cancro e licenziata dal Primo Levi di Torino

Anna è arrivata in Piemonte ormai dieci anni fa, accompagnata dalle tre figlie, come docente di Educazione fisica

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Interno di un'aula scolastica
Interno di un'aula scolastica (© milatas - Fotolia.com)

TORINO – Si è arrivati a una svolta, positiva, nel caso di Anna Vitiello, docente licenziata da scuola dopo essere stata giudicata inabile in modo permanente al lavoro perché malata di cancro.

La storia di Anna Vitiello

Una storia, quella di Anna Vitiello, che ha fatto il giro del Paese. La docente, originaria di Torre del Greco, è malata oncologica dal 2007, quando le avevano diagnosticato il primo tumore al seno.

Anna è arrivata in Piemonte ormai dieci anni fa, accompagnata dalle tre figlie, come docente di Educazione fisica alle superiori. Ha insegnato a Oulx, Osasco e Moncalieri per poi entrare di ruolo tre anni fa all’istituto Primo Levi di Torino. È residente a Nichelino.

Oggi è ricoverata all’Hospice di Carignano e purtroppo il tumore con cui conviveva è ormai in uno stadio avanzato.

Come ha dichiarato a Skytg24 “A dicembre 2022 la malattia non mi permetteva più di fare tutte le ore di servizio, pertanto feci partire la malattia. Successivamente chiesi la visita collegiale per poter richiedere la pensione di inabilità al lavoro. Il 31 agosto 2023 scade il contratto al Bosso Monti e rientro al Primo Levi, scuola di appartenenza, la quale dopo 10 giorni dal ricevimento del verbale della commissione medica fa partire il licenziamento. Era il 18 ottobre 2023”.

Da quel giorno di ottobre per Anna inizia un ulteriore calvario, senza lavoro né pensione che potessero aiutarla a condurre una vita dignitosa insieme alle sue figlie e permetterle di pagare affitto di casa e bollette. Per questo ha chiesto aiuto al sindacato CUB Scuola università ricerca di Torino.

La svolta

Dopo vari appelli, la situazione si è sbloccata e oggi Anna ha annunciato di aver ricevuto, ieri, la telefonata tanto attesa da parte dell’INPS che le ha comunicato che il 5 aprile avrà il TFR che le spetta e il 20 aprile la pensione con gli arretrati. Del caso si era occupato anche Cosimo Scarinzi, coordinatore nazionale CUB Sur che sui social scrive

Una vittoria straordinaria, in primo luogo di una collega che ha rifiutato di piegarsi ad una situazione inaccettabile, della CUB che l’ha sostenuta nella sua battaglia ma anche, non dimentichiamolo, dei mezzi di informazione che hanno dato voce alla collega e hanno spinto l’Amministrazione a porre rimedio a una situazione scandalosa.

È però necessario ricordare che il ritardo nella corresponsione della buona uscita è la regola da parte di un’Amministrazione che non garantisce il diritto in tempi adeguati a quanto spetta ai lavoratori e alle lavoratrici che vanno in pensione.

Se in questo caso, ma non l’unico di colleghe e colleghi con gravi problemi di salute si trovano in difficoltà analoghe, l’Amministrazione ha riconosciuto i diritti di Anna, è importante ottenere che fatti del genere non si ripetano.

La CUB Scuola Università Ricerca continuerà la sua battaglia sia per la difesa delle lavoratrici e dei lavoratori con gravi problemi di salute che quella per il diritto a una pensione dignitosa e a un TFR garantiti in tempi certi.

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