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Rifiuti radioattivi: la giunta comunale di Trino ritira la delibera per la candidatura

Dopo due mesi, il comune vercellese fa marcia indietro

Alessia Serlenga

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VERCELLI – Colpo di scena: dopo due mesi di proteste, proprio mentre alcuni sindaci stavano per preparare il ricorso al Tar contro l’autocandidatura della giunta comunale di Trino, quest’ultima ha deciso di ritirare la candidatura per avere il Deposito unico dei rifiuti radioattivi sul territorio vercellese.

Proprio oggi scadono i termini concessi dal Governo per presentare le autocandidature da parte di territori favorevoli ad accogliere l’impianto di stoccaggio delle scorie radioattive d’Italia.

Il comitato Tri.No sostenuto da oltre mille partecipanti ha combattutto contro l’insediamento, mentre sono 5 mila le persone che hanno sottoscritto sulla piattaforma change.org la petizione “Trino territorio non idoneo”.

Il comunicato del Comitato TriNo sulla vicenda

Il Comitato TriNo prende atto con soddisfazione della Delibera di Giunta n° 35 del 12 marzo 2024, pubblicata sull’Albo Pretorio online del comune di Trino in data 13 marzo, con cui viene ritirata l’autocandidatura ad ospitare il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi. Attendiamo ora la conferenza stampa congiunta del sindaco Pane e del presidente della Provincia di Vercelli Gilardino, per poter raccogliere ulteriori informazioni. Nel frattempo, stiamo esaminando con la dovuta attenzione il contenuto della Delibera. Ribadiamo comunque l’invito a partecipare alla serata di questa sera alle ore 21,00 presso l’Oratorio Salesiano.

L’assemblea del Comitato Tri-No del 13 marzo 2024

Lega Ambiente commenta la situazione

“Il ritiro da parte del comune di Trino, in provincia di Vercelli, dell’autocandidatura come possibile sede del Deposito Unico Nazionale dei rifiuti radioattivi – commenta  Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - rappresenta una grande e importante vittoria. Finalmente ha vinto il buon senso e il comune ha ascoltato e accolto la richiesta di Legambiente e delle tante associazioni, dei comitati di cittadini, a cominciare dal comitato TriNO, dei Vescovi locali e dei movimenti sindacali contrari a questa insensata candidatura. Lo scorso febbraio oltre 300 persone hanno partecipato alla manifestazione che abbiamo organizzato a Trino proprio per sottolineare che non è un sito né idoneo e né sicuro per ospitare il deposito nucleare. Ora si proceda speditamente per scegliere il migliore tra i 51 siti dislocati in 6 regioni della Penisola attenendosi rigorosamente al percorso messo in campo con la Carta nazionale delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie radioattive (Cnai), coinvolgendo i territori attraverso un percorso scientifico, rigoroso e attento alla sicurezza dei cittadini. Il Deposito va fatto, questo sia chiaro, ma non sono più ammessi né ritardi né errori come la possibilità di autocandidature anche da parte dei Comuni non compresi nella Cnai”.

“Accogliamo con piacere il ritiro dell’autocandidatura del Comune di Trino – dichiara Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta - pur non apprezzando le motivazioni della stessa. Oggi si può tornare alla normalità del percorso scientifico per l’individuazione del sito più idoneo tracciato dalla CNAI. Percorso che Legambiente tutta, a partire dal nazionale, per arrivare ai comitati regionali e ad ogni circolo locale ha sempre condiviso e sostenuto. In particolare i Circoli dei territori coinvolti (Circolo Verdeblu di Casale Monferrato, Circolo Legambiente del Vercellese e della Valsesia ed il Circolo Legambiente dell’Ovadese) si sono sempre fatti portavoce della richiesta da parte della Associazione di una rigorosa applicazione di tale percorso.  Individuare il sito più idoneo per realizzare il deposito, anche se questo fosse in Piemonte, vorrebbe dire conferire al meglio rifiuti che ancora vengono prodotti dal comparto medico-sanitario e chiudere definitivamente la triste storia del nucleare italiano, mettendo in massima sicurezza le scorie che per ora sono provvisoriamente depositate nel vercellese e nell’alessandrino, in luoghi non idonei”.

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