Cronaca
Uccise il padre per difendere la madre, le motivazioni della condanna di Alex Pompa
Il 22enne ha ucciso il padre con 34 coltellate
TORINO – Secondo le motivazioni della sentenza che il 13 dicembre scorso ha condannato a sei anni, due mesi e due giorni per omicidio volontario il ventiduenne di Collegno Alex Pompa (ora Cotoia), per aver ucciso con 34 coltellate il padre nel corso dell’ennesima lite contro la madre, quella del giovane non poteva essere legittima difesa.
Come sostengono i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Torino, “tenuto conto della sede dei colpi, almeno quindici coltellate in regione dorsale, della reiterazione degli stessi, trentaquattro, e del numero di armi impiegate, sei coltelli, che depongono univocamente nel senso di una condotta francamente aggressiva”.
Come riporta Ansa, “presupposti essenziali della legittima difesa, infatti, sono – spiegano i giudici – un’aggressione ingiusta e una reazione legittima e mentre la prima deve concretarsi nel pericolo attuale di un’offesa, la seconda deve inerire alla necessità di difendersi, alla inevitabilità del pericolo e alla proporzione tra difesa e offesa, non potendo, certamente, dirsi sufficiente al suo riconoscimento un pericolo eventuale, futuro, meramente probabile o temuto”.
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