Ambiente
Blitz di Extintion Rebellion a Torino: sabbia e fieno davanti alla Cassa depositi e prestiti
“Attraverso la Cdp, il governo controlla le principali aziende italiane dell’industria fossile”
TORINO – “Governo e clima, amore tossico”: questa la scritta che campegga da alcuni minuti davanti alla sede della Cassa depositi e prestiti di Torino. É stata appesa dagli attivisti di Extintion Rebellion in occasione di San Valentino; sui sampietrini di fronte all’ingresso sono stati sparsi fieno e sabbia.
“La comunità scientifica parla chiaro: bisogna agire ora. E invece leggiamo le notizie, ci incazziamo, – dicono le attiviste con i piedi sulla sabbia – vorremmo essere tutelati ma non c’è tregua all’ingiustizia: i cattivi sono quindi coloro che lottano per la vita, coloro che mettono in luce le insostenibilità di questo sistema. Da tempo denunciamo che questo sistema non è democratico, perché tutela gli interessi di pochi a discapito dei molti, come è successo in occasione della Cop 28“.
Perché la Cdp?
La Cassa depositi e prestiti finanzia enti pubblici e imprese per realizzare opere pubbliche e infrastrutture. Secondo gli attivisti questo ente, insieme al Governo, non applica misure concrete di contrasto al climate change e continua a finanziare progetti e attori che inquinano.
“Alle tante parole e alle dichiarazioni di amore del Governo nei confronti della terra e della sicurezza dei
cittadini, si contrappongono politiche climatiche dall’enorme impatto ambientale – commenta Arianna,
vestita da Cupido – Attraverso Cassa Depositi e Prestiti, il Governo controlla le principali aziende italiane
dell’industria fossile e continua a investire in progetti estrattivi, in contrasto con gli obiettivi climatici che l’Italia stessa si è impegnata a rispettare a livello internazionale”.
Contestato anche il “piano Mattei” (su cui ha indagato anche Recommon): “Cassa Depositi Presiti è centrale nella progettazione delle nuove infrastrutture del piano per il trasporto di GNL, giustificate dalla crisi energetica nel discorso politico, ma destinate in gran parte
all’export”.
E poi concludono: “vogliamo andare contro la retorica vuota delle dichiarazioni ufficiali e la tossicità delle politiche climatiche del governo”.
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