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Molestie in università a Torino: lunedì 19 febbraio convocata una nuova assemblea

L’ateneo piemontese è stato travolto dall’ondata di proteste dopo i casi di molestie denunciati in questi giorni

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TORINO – Il collettivo transfemminista universitario Mai più zitt3, nato contro le molestie e le violenze di genere, ha convocato un’assemblea per lunedì 19 febbraio a Palazzo Nuovo, sede storica delle facoltà umanistiche dell’università di Torino.

L’appuntamento sarà l’occasione “per stendere un manifesto politico”. Infatti, come spiegano dal collettivo in un comunicato: “In un momento in cui lo spazio del dibattito pubblico è, per l’ennesima volta, riempito da voci che parlano da posizioni di potere e privilegio – Rettore, docenti ordinariə – ci riappropriamo di una narrazione che ci riguarda e ci appartiene, e la portiamo avanti con la nostra voce e senza interpretazioni terze cercando di fare chiarezza in questo caos mediatico”.

“Abbiamo invitato e ci stiamo coordinando anche con docenti e personale delle biblioteche; la nostra lotta è intersezionale così come lo è la nostra oppressione e vuole quindi coinvolgere tutto il sistema universitario, aprendosi anche a chi non è studente ma vive di precarietà, ricatto e violenza”.

Del collettivo fanno parte diverse realtà, tra cui Studenti Indipendenti che sta facendo circolare un questionario in cui si invitano le colleghe a denunciare eventuali molestie e violenze. Il collettivo scrive sui social:

Il caos mediatico del momento, e l’insistenza morbosa e violenta di giornalistx locali e nazionali a caccia della violenza più macabra – violenze subite sui nostri corpi-, necessita una nostra presa di parola netta, che abbia la capacità di spostare il focus su quello che dovrebbe essere il soggetto della vicenda e sul fenomeno strutturale che questa ci racconta.

Il Rettore Geuna ha dichiarato, dopo il 6 Febbraio, che “UniTo unisce la sua voce a quella di studentesse e studenti che questa mattina hanno denunciato episodi che non devono più accadere”. Noi rispondiamo che non vogliamo che la loro voce si unisca alla nostra, vogliamo che per una volta ci ascoltino e ci lascino parlare, smarcandosi da una posizione di centralità e protagonismo e riconoscendo la propria complicità e responsabilità in ogni atto denunciato.

Parliamo di una violenza sistemica che si esprime attraverso l’istituzione universitaria e alla quale siamo consapevoli di poter resistere solo con pratiche di autodifesa e sorellanza che siano orizzontali e che nascano dal basso.
L’importanza del caso specifico sta nel fatto che mette perfettamente in luce l’incapacità di UniTo di gestire queste situazioni e la superficialità e malafede delle parole del Rettore e di chi come lui in questi giorni si sta spendendo a difendere l’integrità dell’Ateneo nell’affrontare le denunce, ma che all’atto pratico ritiene che un mese di sospensione senza stipendio, al termine del quale tutto tornerà come prima, sia una gestione sensata della situazione.

Sappiamo quanto sia necessario e fondamentale l’organizzazione dal basso, non abbiamo bisogno di scandali mediatici a ricordarcelo, perché la lotta transfemminista è quotidiana ed esistenziale.

Come riporta Ansa, nelle prossime ore è intenzione da parte delle studentesse replicare, a quanto si apprende, all’intervento del rettore, Stefano Geuna, che ha promosso per il 20 marzo prossimo, giornata delle università italiane, un tavolo nazionale da tenersi a Torino sulla violenza di genere.

Proteste contro le molestie a UniTo

L’ateneo piemontese è stato travolto dall’ondata MeToo dopo i casi di molestie denunciati in questi giorni. Un luogo che dovrebbe essere sicuro per studenti e studentesse presenta sempre più problemi di questo genere. Riuniti a Palazzo Nuovo, i collettivi hanno riportato su uno striscione “Non parlate di mele marce contro le molestie, per una nuova università in una nuova società”.

Immagine di repertorio

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