Politica
Caso Askatasuna: la risposta degli occupanti del centro sociale torinese
Gli occupanti del centro sociale di corso Regina Margherita 47 rispondo con una lettera alla proposta di Lo Russo di legalizzare l’occupazione dell’edificio.
TORINO – Gli occupanti del centro sociale Askatasuna espongono le proprie ragioni in una lettera dopo che il sindaco Lo Russo ha avviato nella giornata di ieri le trattative per “legalizzare” il bene occupato, con conseguente protesta di numerose personalità provenienti dal consiglio comunale e Fratelli d’Italia.
La lettera di Askatasuna
Si tratta di un testo in quattro paragrafi che illustra il punto di vista degli occupanti riguardo il progetto avviato da Lo Russo. Nella comunicazione scrivono: “Apriamo spazi al quartiere per i bisogni collettivi! così 27 anni fa scrivevamo su uno striscione il giorno in cui in tante e tanti occupavamo il Centro Sociale Askatasuna. Lo diciamo chiaramente il percorso che porterà il centro sociale ad essere ‘bene comune‘ della città, rientra nella consequenzialità di quella frase, la prerogativa del centro sociale è sempre stata quella di essere aperto ai bisogni collettivi“.
In sintesi, la lettera illustra come negli ultimi mesi, istituzioni come la Procura di Torino, la Questura e il Governo abbiano collaborato per predisporre un possibile sgombero mirato a eliminare la capacità di organizzazione collettiva. Queste ispezioni e le inchieste sono state percepite come tentativi di sopprimere la diversità al suo interno.
Un gruppo di cittadini solidali ha reagito intraprendendo un percorso per preservare il centro sociale e le sue attività quotidiane a beneficio del quartiere e delle persone coinvolte. La decisione positiva del Comune di Torino di avviare una coprogettazione per ampliare lo spazio è ben accolta, e il gruppo si impegna a lavorare per implementare la delibera comunale. Nonostante la pressione delle autorità, Askatasuna continuerà a operare in un contesto di sicurezza collettiva, con la speranza che i lavori avvengano tempestivamente per riprendere le attività al piano terra e nel giardino. Temporaneamente, si sospendono le serate culturali, con l’obiettivo di trasferire le iniziative nelle strade della città e del quartiere. Il gruppo manterrà il suo impegno nelle lotte e nei percorsi che ha sostenuto nel corso degli anni.
La lettera si conclude così: “A chi sui giornali si indigna e cerca di vedere gossip e spaccature interne, rispondiamo che per noi “”si parte e si torna insieme” e che organizzarsi collettivamente è quanto di più lontano da quel che loro sono abituati a pensare appannaggio della ‘politica’. Noi ci sentiamo parte di un sogno collettivo che va ben al di là delle mura degli spazi che viviamo“.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese