Cronaca
Per la Cassazione alcuni attivisti Askatasuna hanno propositi di “lotta armata”, voluti gli scontri con la polizia
Solo due settimane fa si era svolto un nuovo blitz nei locali del centro sociale Askatasuna in corso Regina Margherita a Torino
TORINO – Sono state depositate le motivazioni di una sentenza relativa a un processo in corso nel capoluogo piemontese: la Suprema Corte ha respinto il ricorso di due imputati di Askatasuna contro la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Nella sentenza, la Cassazione scrive che tra gli attivisti del centro sociale torinese ce ne sono alcuni che coltivano propositi di “lotta armata” attraverso la “preordinata provocazione di contrasti con le forze dell’ordine”.
Confermato, quindi, il provvedimento preso lo scorso maggio dal tribunale del riesame di Torino.
Come riportato da Ansa, la tesi, che poggia su accertamenti della Digos, è che un gruppo ristretto di attivisti stia portando avanti un “piano criminoso” che contempla anche offensive contro i cantieri del Tav con lanci di petardi, bombe carta, artifici pirotecnici utilizzati come armi.
La Cassazione ha preso atto che il tribunale del riesame di Torino ha individuato all’interno di Askatasuna “una stabile struttura organizzativa” composta da 16 persone che ritiene il centro sociale “un mezzo” per realizzare i propri fini.
“Secondo quanto emerso dalle intercettazioni e dalla disamina degli atti letti in chiave cronologica – è il riassunto degli Ermellini – detta finalità si identifica nella lotta armata mediante la preordinata provocazione di contrasti con le forze dell’ordine”.
Il processo è a carico di 26 attivisti, alcuni dei quali accusati di associazione per delinquere, e riprenderà a settembre.
Solo due settimane fa si era svolto un nuovo blitz nei locali del centro sociale Askatasuna in corso Regina Margherita a Torino.
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