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Non Una di Meno in strada a Torino: “mai più sol3, mai più zitt3”, nel mirino anche la sanità

Il 55% dei ginecologi piemontesi non pratica interruzioni di gravidanza, Nudm attacca: “lo Stato non ci cura”

Sandro Marotta

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TORINO – “Mai più sol3, mai più zitt3”: questo l’appello che ha mobilitato oggi almeno 200 persone per le vie di Torino. La “marea transfemminista” coordinata da Non Una di Meno è scesa ancora una volta in piazza per lanciare un messaggio chiaro: “vogliamo riprenderci le nostre strade. Basta violenza maschile e di genere, basta all’oppressione patriarcale. I femminicidi, gli omolesbobitrascidi, i puttanocidi, gli stupri e le molestie non sono casi isolati, ma prodotti di un sistema di potere ben preciso e che ci riguarda tutti e tutte: il patriarcato.”

Sulla scia della morte di Giulia Cecchettin, uccisa a metà novembre probabilmente dal suo fidanzato, l’ondata di indignazione non si è fermata e ha preso di mira due soggetti che spesso sono trascurati dai discorsi sulla discriminazione di genere: lo Stato e la sanità.

Le manifestanti infatti ha scritto, sul pavimento di piazza Castello (di fronte a palazzo Lascaris): “lo Stato non ci cura. Salute transfemminista.” É stato anche steso uno striscione che riporta il grido: “contro la violenza medica ospedali luoghi di cura non di paura”. Nel mirino ci sono le iniziative come la “stanza di ascolto” nata al Maria Vittoria di Torino o i ripetuti casi di medici obiettori. In Piemonte, secondo i dati relativi al 2021, il 55% dei ginecologi non pratica interruzioni di gravidanza (secondo i dati del ministero della Salute).

Il corteo di Nudm ha sfilato lungo via Po, corso Vittorio Emanuele II e si è concluso davanti alla stazione di Torino Porta Nuova.

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