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Che cos’è l’Aerospace and defense meeting di Torino e perché gli attivisti la stanno contestando?

Tre giorni in cui le imprese dell’aerospazio e della “difesa” discutono di progetti in vista dell’inizio della “Città dell’Aerospazio”. Fuori dall’Oval si contestano gli accordi tra Leonardo, Politecnico e Università

Sandro Marotta

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TORINO – Un evento di tre giorni all’interno dell’Oval del Lingotto di Torino, in cui si organizzano conferenze sul tema dell’aerospazio e delle armi di difesa: questo il contenuto dell’Aerospace and defense meeting, osteggiato dagli attivisti di Extinction Rebellion e Fridays for Future.

Come funziona?

I rappresentanti delle maggiori imprese che operano nei due settori si stanno incontrando in due modalità: one-to-one meetings (incontri tra attori singoli coinvolti in un progetto) e Conference sessions (sedute collettive, in cui partecipano diversi soggetti anche non direttamente coinvolti). Obiettivo: fare brainstorming in vista del macro-progetto della “Città dell’Aerospazio di Torino“.

Le armi ci sono o non ci sono?

Nei locali dell’Oval si sta parlando di armi e di industria bellica, anche se nel sito dedicato all’evento non sono mai nominate. Uno degli sponsor del meeting è infatti la Leonardo s.p.a (industrial supporter) insieme a Thales Alenia (industrial partner); entrambi soggetti impegnati nel mercato delle armi da guerra.

Perché ha generato controversie?

Per due ragioni; una riguarda la collaborazione tra università e industria delle armi (la Leonardo e la Thales sono coinvolte nel progetto della Città dell’Aerospazio). La seconda riguarda la spesa che gli atenei hanno sostenuto per questa iniziativa, fondi che secondo gli studenti (ancora sul tetto dell’Oval) potevano essere spesi meglio, per esempio “per le spese sociali al posto di quelle belliche o per il diritto alla casa e allo studio”, come affermano in un comunicato i membri di Cambiare Rotta.

La collaborazione PoliTo, UniTo e Leonardo

“Fuori le armi dall’università” stanno ripetendo gli studenti e gli attivisti nel piazzale del Lingotto. La tre giorni in corso, così come il progetto della Cittadella dell’Aerospazio, si appoggia alle competenze degli atenei torinesi, in particolare con il Politecnico.

PoliTo infatti ha già detto “sì” alla costruzione (con 25 milioni di euro di fondi interni all’ateneo) di diversi edifici destinati ai centri di innovazione e sperimentazione, che saranno però a disposizione della “Piattaforma dell’Aerospazio”. L’edificio 37 in particolare è stato letteralmente regalato dalla Leonardo al Politecnico.

Anche UniTo fa parte del progetto aerospazio, dato che ha sottoscritto nel 2019 “l’accordo di programma per la realizzazione di centri per l’innovazione e il trasferimento tecnologico attraverso la ricerca, la dimostrazione e la formazione curricolare, professionalizzante e continua funzionali allo sviluppo dell’industria manufatturiera 4.0 e dell’industria dell’aerospazio”.

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