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Monferrato Paesaggio Vivo, dal concorso alla raccolta di racconti

Una raccolta di racconti nata da un concorso letterario, che racconta un territorio

Gabriele Farina

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TORINO – Il Monferrato e le sue storie che si snodano dolci come le sue colline. Si chiama Monferrato Paesaggio Vivo la raccolta di racconti Neos Edizioni nata come conclusione del concorso Parole in collina. Paesi, colline, vigne, sensazioni di una terra tra le più caratteristiche del Piemonte è ciò che viene fuori dai racconti.

Sono storie d’amore, di incontri, di delitti, di invidie. Storie che arrivano dal passato e raccontano amicizie o piccoli misteri. Sono soprattutto racconti che restituiscono le sensazioni dei luoghi in cui sono ambientati. Ci spostiamo da Acqui a Serralunga, da Vignale a Grazzano. Il racconto che ha vinto il concorso (di Maria Antonella Pratali) è ambientato a Casorzo, che merità così anche il riconoscimento di “Paese raccontato”.

Il collage di personaggi è luoghi che viene fuori dalla raccolta restituisce un mondo lento, dove manca la frenesia della città, un mondo che si muove e cresce seguendo i ritmi e i tempi della natura. Il tutto è corredato da una serie di fotografie selezionate dal Club per l’Unesco di Vignale Monferrato, che contribuiscono a rendere ancor più evocativa la raccolta.

Intervista con l’editrice Silvia Ramasso

Una raccolta di racconti che nasce da un concorso letterario, come è nata questa avventura?

Da un po’ di tempo la città ci sta sempre più stretta, come tematiche, come relazione con i lettori, come apporti autoriali. L’infittirsi di attività culturali su Torino ne sfarina l’intensità e livella tutto al basso. Sentivamo la necessità di allargare gli orizzonti. Avevamo bisogno di aria pulita, territori più disponibili a intrecciare la loro voce con la nostra. Il suggerimento di lavorare sul Monferrato è arrivato da Autori che gravitano su quel territorio; abbiamo studiato quale attività potevamo sviluppare insieme alle sue realtà culturali e abbiamo pensato che la formula del Premio Letterario poteva essere quella adeguata alle nostre competenze e visioni. Noi amiamo lavorare con le biblioteche, con le associazioni, con le Istituzioni, e ci piace usare la narrativa per sostenere la valorizzazione della nostra terra. Il premio aveva le caratteristiche giuste. La sua organizzazione ci è costata più di un anno di preparazione ma siamo davvero contenti dei risultati: del Premio, dell’antologia e dei tanti piacevoli incontri autoriali e istituzionali che la manifestazione ci ha permesso. A partire dagli enti patrocinatori, Regione Piemonte, Provincie di Asti e Alessandri, Città di Alessandria e soprattutto Città e biblioteca di Casale che ci hanno ospitati per la giornata conclusiva; ma anche il bravissimo Gian Marco Griffi, l’autore dell’apprezzatissimo Ferrovie del Messico, che ha accettato di firmare la prefazione del libro.

Che storie troviamo in questo volume?

Per sintetizzare direi “storie d’amore” per questa terra bellissima, vasta e varia che si estende sulle provincie di Asti e di Alessandria fra colline, borghi, città, vigne, boschi, attività agricole, grande Storia, piccole storie. Ci sono piccoli camei di fiction pura, registri di memoria, momenti nostalgici, scritture liriche e altre umoristiche in un alternanza che evita ogni lentezza e incuriosisce il lettore.

Cosa ti ha sorpreso di più dei racconti che hanno partecipato al concorso?

La varietà. Il tema era pericoloso, la realizzazione avrebbe potuto appiattirsi sul luogo comune della bellezza del paesaggio. E invece no. Ogni racconto è diverso dall’altro per tema e per stile. Ci troviamo storie d’amore e piccoli gialli, racconti, storici e narrazioni memorialistiche, ricostruzioni di un tempo e cose davvero contemporanee. E’ davvero sorprendente come scrittori sollecitati sullo stesso tema siano riusciti a redigere racconti così diversi fra di loro e sempre pertinenti. Certo, la bellezza dei luoghi fa da fil rouge e permette al lettore di non dimenticare di cosa alla fine si sta parlando.

Che immagine del Monferrato viene fuori dalla raccolta?

La cosa che colpisce di più e appunto il fatto che sia una terra molto amata; un contesto ricco, molto ricco, di Storia, di arte e di umanità rimasto un po’ al palo dello sviluppo economico del Paese ma che ha mantenuto una sua personalità e che ha tutta la forza, il desiderio e la possibilità di farla valere per tornare a contare senza perdere la sua identità.

Che rapporto ha Silvia Ramasso con il Monferrato?

Silvia, che è nata a Torino da una famiglia piemontesissima, ama la sua terra e il suo Paese: perché siamo fortunatissimi, viviamo nel posto più bello del mondo. Nel Monferrato ama andarsene in giro in auto per le colline, nella nebbiolina mattutina o nei colori della sera, ama entrare nelle meravigliose chiese, nei palazzi, girare per le strade, parlare con le persone, mangiare e bere con calma i prodotti del luogo; l’editore fortissimamente vuole condividere, condividere, condividere tutto questo tesoro che abbiamo sotto mano affinché tutti ne possano godere al meglio.

Ci parli delle fotografie che corredano la raccolta?

Le fotografie che corredano il libro, e che sono anche accessibili in formato digitale attraverso il QRcode apposto sul segnalibro che accompagna il volume, sono una selezione di immagini gentilmente offerte dall’Associazione Club per l’Unesco di Vignale Monferrato. Sono una scelta della più vasta raccolta di immagini esposta a Vignale in una mostra autunnale. Per questa opportunità siamo davvero grati all’Associazione perché davvero gli scatti regalano al libro una suggestione ulteriore, un respiro ampio, reso particolare e come dire, pulito, dalla scelta del bianco e nero, che è una caratteristica delle nostre edizioni.

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