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Lavoro

Agenzia immobiliare usa tv per esporre case in vendita ma deve pagare il canone Rai

“Questa vuole essere una denuncia a nome di tutti i commercianti che come noi lamentano questa ingiustizia da parte delle istituzioni”

Gabriele Farina

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TORINO – La storia infinita del canone Rai richiesto alle attività commerciali si colora di un nuovo episodio accaduto a Torino. Protagonista/vittima della vicenda un’agenzia immobiliare che ha aperto da pochi mesi in corso Siracusa.

“All’interno della nostra agenzia – raccontano i titolari – sono presenti due televisori adibiti a monitor posizionati in vetrina dove vengono esposti i nostri immobili in vendita”. Il 26 ottobre all’agenzia viene sollecitato il pagamento del canone speciale Rai per i monitor che “espongono solo ed esclusivamente i nostri immobili tramite una chiavetta USB”.

I titolari precisano “che all’interno della nostra agenzia non è presente nessun impianto aereo (antenna) perciò troviamo abbastanza paradossale la richiesta del pagamento del canone soprattutto nella situazione di difficoltà in cui l’Italia intera si trova oggi”.

Cosa dice la legge a proposito del canone RAI

A norma di legge il canone è dovuto perchè la tassa, ricordiamo, è sull’apparecchio tv e non sul collegamento. E’ evidente però che in questo caso, come in tanti altri si crea un cortocircuito. Per evitare il pagamento l’Agenzia immobiliare dovrà sostituire gli apparecchi tv (adatti alla ricezione) con monitor specifici.

“Come sempre accade, – denunciano ancora i titolari – invece di favorire e agevolare i piccoli imprenditori che con fatica e tanti sacrifici cercano di mandare avanti la propria attività, si trova sempre il modo di penalizzarli con multe sanzioni e spese superflue come quelle che ora dovremmo sostenere nel sostituire i nostri monitor acquistati con una spesa di poche centinaia di euro a confronto di monitor appositi per una cifra che supera i 2500€ cadauno pur avendo la stessa funzionalità”.

“Questa vuole essere una denuncia a nome di tutti i commercianti – concludono – che come noi lamentano questa ingiustizia da parte delle istituzioni”.

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