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Una cartella esattoriale da 50 mila euro alla base dell’omicidio-suicidio di Alessandria

I carabinieri della Compagnia di Alessandria stanno esaminando il suo computer su cui era arrivata anche la Pec che metteva nero su bianco il debito con il fisco

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ALESSANDRIA – Martino Benzi, ingegnere di 66 anni di Alessandria, che lo scorso 27 settembre ha ucciso, moglie, figlio e suocera prima di togliersi la vita, era indebitato con l’Agenzia delle Entrate per 50 mila euro. Questa, secondo gli investigatori, la causa che ha portato alla follia di Benzi, confermando anche il biglietto trovato in casa dopo la strage: “Sono rovinato, non c’è via scampo. La colpa è soltanto mia”.

Tra interessi e mora la cifra era lievitata e la scorsa estate il fratello minore gli aveva imprestato due mila euro credendo che il debito fosse di minore entità, già quasi estinto. Invece, l’ingegnere, che lavorava come progettista di siti web, non riusciva neanche a pagare l’affitto e viveva sotto il peso della responsabilità nei confronti della famiglia, che probabilmente non voleva deludere.

I carabinieri della Compagnia di Alessandria stanno esaminando il suo computer su cui era arrivata anche la Pec che metteva nero su bianco il debito con il fisco.

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