CUNEO – Ancora un aggressione ai danni di un poliziotto penitenziario nel carcere Cerialdo di Cuneo a poche settimane da un altro episodio dove furono colpiti da un detenuto di origine marocchina un Sovrintendente e un Assistente Capo di Polizia Penitenziaria i quali, pur riuscendo a ricondurre il detenuto in camera e porre fine all’emergenza, hanno riportato varie lesioni. A rendere noto è segreteria locale UILPA. Nella serata di martedì 31 ottobre, intorno alle 19,30, un agente penitenziario in servizio a Cuneo è stato brutalmente aggredito da un detenuto di origine nord africana, all’interno del reparto di isolamento. L’aggressione è avvenuta quando il detenuto, che si rifiutava di rientrare nella sua cella in occasione della chiusura serale, ha improvvisamente colpito il poliziotto con un pugno al volto., tanto da rendersi necessarie le cure presso il locale pronto soccorso e l’intervento del 118, riportando una prognosi di 5 giorni.
La segreteria locale Uilpa esprime solidarietà al poliziotto penitenziario contuso e, nel denunciare ancora una volta le criticità della Casa Circondariale di Cuneo, correlate anche alla significativa carenza di organico, sollecita un intervento determinante da parte della direzione affinché solleciti il provveditorato ad integrare la cronica carenza di organico in cui versa l’istituto di cuneese.
Quanto si sta verificando, “certificano la sconfitta dell’attuale sistema penitenziario. Un fallimento che ricade sulla polizia penitenziaria che ogni giorno subisce aggressioni di ogni tipo” ribadisce il sindacato che rinnova l’invito a inviare “altri agenti per sopperire alle croniche carenze di personale , non solo agenti e assistenti, ma anche sottoufficiali che si rendono indispensabli per la gestione dell’istituto “.
Uno stillicidio insopportabile – afferma UIL PA Polizia Penitenziari di Cuneo- nei confronti di poliziotti abbandonati a se stessi all’interno delle sezioni detentive e lasciati alla mercé dei detenuti. Non esiste categoria nel mondo del lavoro, fatta eccezione della Polizia Penitenziaria, dove il rapporto utenza/operatori non è determinato; per noi il rapporto (quando va bene) è di un agente/ una sezione e se all’interno di essa ci sono 50, 100 o 150 detenuti questo non cambia”.
“Appare oramai inarrestabile la deriva della sicurezza all’interno delle carceri – continua la UILPA Cuneo – dove l’incolumità fisica dei colleghi sembra non interessare nessuno e dove nessuno si preoccupa di prevenire i rischi per la loro incolumità fisica. Agenti di Polizia penitenziaria abbandonati al cospetto di numerosi detenuti, a mani nude, senza dispositivi di sicurezza personale, senza l’ausilio di apparati tecnologici, senza piani e squadre di intervento utili a far fronte alle emergenze. Questa è la reale condizione di lavoro nelle carceri!!”
Incomprensibile anche la scelta di chiudere gli OPG, dove coloro che avevano problemi psichiatrici venivano gestiti da esperti in psichiatria presenti 24 ore su 24 e da personale che, seppure senza una formazione specifica, aveva comunque acquisito competenze particolari.
“Oggi quegli stessi detenuti – ribadisce la UIL – sono distribuiti in tutte le carceri dove non esiste un presidio psichiatrico costante e dove il personale non è nemmeno pronto e formato per gestire situazioni del genere e di conseguenza i disordini, gli eventi critici e le aggressioni ai danni della Polizia Penitenziaria sono frequenti”.
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