“Non vogliamo che UniTo faccia accordi con Israele”: la protesta di alcuni studenti di fronte al Campus Einaudi

TORINO – Alcuni studenti dell’università di Torino, appartenenti al collettivo nazionale Cambiare Rotta, hanno denunciato il presunto favoreggiamento di UniTo nei confronti dello Stato di Israele.

Le dichiarazioni

“Non vogliamo più che la nostra università faccia accordi criminali con lo stato israeliano e le sue facoltà. – ha spiegato uno studente al megafono di fronte alla hall del Campus Luigi Einaudi – Non crediamo alla narrazione che vuole i palestinesi come terroristi. La resistenza palestinese ha il diritto di esistere dopo anni di occupazione criminale. Per questo motivo come studenti universitari di Cambiare Rotta abbiamo avviato la settimana di agitazione nazionale”.

Venerdì 20 ottobre presso il Campus Einaudi verrà organizzato il dibattito “Palestina libera”, con Giacomo Marchetti (Rete dei comunisti), Pierpaolo Leonardi (responsabile ufficio europeo della Federazione Sindacale Mondiale); atteso anche un intervento in videocall direttamente dalla Palestina.

L’accordo contestato con la Ben-Gurion del Negev

La protesta riguarda in generale la struttura del sistema di istruzione israeliano, accusato (anche) da Amnesty International di discriminazione nei confronti dei palestinesi. Si ricordi la storia (riportata in questo rapporto) di Alia Khalil, cittadina della Cisgiordania che ad Amnesty ha affermato, oltre ad essere costretta dalle autorità israeliane a vivere separata da suo marito, di non poter nemmeno iscriversi all’università o accedere a un prestito bancario.

All’interno di questo sistema c’è l’università Ben-Gurion del Negev, che con l’università di Torino intrattiene un rapporto di “cooperazione didattica e scientifica firmato il 24/10/2017”.

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