Salute
Il “Percorso regionale per l’implementazione della medicina di precisione nei territori italiani”, arriva in Piemonte
Tumore della mammella il più frequente in Regione: è il 15% del totale
Torino – Prosegue in regione Piemonte il Progetto ‘Percorso regionale per l’implementazione della medicina di precisione nei territori italiani’creato dal gruppo APMP – Associazioni Pazienti, insieme per il diritto alla Medicina Personalizzata in oncologia, con il supporto di Roche e in collaborazione con Deloitte, con l’obiettivo di promuovere il corretto utilizzo della medicina di precisione in oncologia sul territorio locale e nazionale.
È stato ospitato a Torino il quinto evento regionale del Progetto, con l’obiettivo di offrire un confronto tra diversi esperti, quali Istituzioni Regionali, referenti della Rete Oncologica Regionale, Management Sanitario, Clinici e rappresentanti delle Associazioni Pazienti, i quali hanno lavorato insieme per definire azioni concrete circa l’organizzazione della rete dei centri NGS e la gestione dei fondi dedicati, l’organizzazione della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta e del Molecular Tumor Board regionale ed il miglioramento del percorso del paziente oncologico.
Secondo gli ultimi dati, in Regione Piemonte si stima che siano diagnosticati ogni anno circa 30.850 nuovi casi di cancro, che rappresenta circa l’8%delle nuove diagnosi di tumore registrate in Italia nel 2022. Il tumore più frequente in Regione risulta essere quello della mammella che rappresenta il 15% del totale con 4.765 nuove diagnosi all’anno, seguito dal carcinoma del colon-retto, mentre la prima causa di morte oncologica in Piemonte è il cancro del polmone.
Il numero delle nuove diagnosi è in costante aumento per molteplici fattori, tra cui la diffusione degli screening o di altre forme di diagnosi precoce di alcuni tumori (es. mammella, colon-retto ecc.), l’aumento dell’aspettativa di vita e i costanti miglioramenti negli anni di sopravvivenza dal momento della diagnosi.
La regione Piemonte presenta una realtà pronta e recettiva nell’ambito dell’oncologia di precisione, ed è stata una delle prime Regioni ad aver istituito la Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta. Il Piemonte presenta un unico MTB regionale, in fase di attivazione con lo sviluppo di una piattaforma informatica utile per la consultazione dei casi clinici. Inoltre, sono stati identificati i potenziali centri regionali che saranno le sedi di NGS facility dove realizzare l’infrastruttura per l’esecuzione dei test NGS, i quali andranno ad essere formalizzati nel breve periodo.
Per offrire percorsi sempre più personalizzati ai pazienti oncologici, un prezioso contributo può essere fornito dalle Associazioni Pazienti, la cui presenza sul territorio italiano risulta essere sempre più attiva e di grande supporto durante i processi decisionali.
Al tavolo di lavoro in Piemonte hanno partecipato il Professor Massimo Aglietta, Coordinatore responsabile degli indirizzi strategici, Rete oncologica Piemonte e VDA, il Dottor Mario Airoldi, Coordinatore Area Ospedaliera e MTB, Rete Oncologica Piemonte e VDA, il Dottor Paolo Bironzo, Referente regionale Associazione WALCE Onlus, il Dottor Roberto Freilone, Direttore
SC Ematologia- AOU Città della Salute e della Scienza (PO Molinette), Torino, Daniela Girardo, Delegato regionale APS Associazione PaLiNUro, il Dottor Giovanni La Valle, Direttore Generale- AOU Città della Salute e della Scienza, Torino e Laura Magenta, Assistente alla Presidenza APS Associazione PaLiNUro.
Hanno portato il proprio contributo anche il Dottor Claudio Miglietta, Referente regionale UniPancreas Associazione Onlus, il Dottor Carlo Picco, Direttore Generale- ASL Città di Torino e Commissario Azienda Zero, Regione Piemonte, il Dottor Franco Ripa, Responsabile settore Programmazione dei Servizi Sanitari e Sociosanitari e Vicario Assessorato Sanità e Welfare, Regione Piemonte, la Dottoressa Maria Scatolini, Direttore Laboratorio Oncologia Molecolare – Fondazione Edo ed Elvo Tempia Onlus, Ospedale Degli Infermi, Ponderano (BI), la Dottoressa Marina Schena, Direttore SC Oncologia ed Ematologia Oncologica -Ospedale Regionale U. Parini di Aosta, AUSL VDA, la Dottoressa Roberta Somale, Referente regionale UniPancreas Associazione Onlus e la Dottoressa Paola Varese,Direttore SC Medicina a indirizzo oncologico – Ospedale Civile di Ovada, ASL Alessandria e Presidente Comitato Scientifico F.A.V.O. La Rete Oncologica Piemontese e Valle d’Aosta ha un ruolo chiave nelle decisioni sanitarie regionali: alla luce di ciò, il Dottor Mario Airoldi, Coordinatore Area Ospedaliera e MTB, Rete Oncologica Piemonte e VDA- ha parlato delle azioni che questa sta adottando nell’ambito della medicina di precisione in oncologia al fine di garantire appropriatezza ed equità nell’accesso ai test e alle terapie. ‘Il primo momento individuato come fondamentale dalla Rete Oncologica – ha dichiarato- è la gestione multidisciplinare del paziente, che deve essere valutato da un gruppo ovviamente formato e preparato sulla patologia, che decide che questo paziente deve avere un certo tipo di profilazione. Questo è un grado di appropriatezza fondamentale’.
‘Nel secondo passaggio- ha proseguito- è bene che la profilazione avvenga all’interno di laboratori certificati, che garantiscano la qualità del dato e la bontà di tutto il percorso biomolecolare. Fatto questo, il referto torna al gruppo multidisciplinare, che sulla base delle mutazioni individuate, stabilisce una terapia, che poi può anche essere periferizzata ma che deve avere una un controllo e una gestione centrale attraverso il team multidisciplinare’.
‘Questo profilo di appropriatezza- ha poi precisato- parte quindi da chi prescrive, da chi effettua l’esame e da chi poi gestisce la terapia. Tutto questo rappresenta una garanzia soprattutto di appropriatezza e di qualità delle prestazioni che deve essere garantita al paziente’.
Il Dottor Airoldi si è poi soffermato sulle indicazioni da adottare affinché la medicina di precisione sia una pratica clinica diffusa in modo sempre più ampio e omogeneo in tutta Italia. ‘Secondo noi che abbiamo esperienza di Rete e di altri gruppi che hanno una rete organizzata- ha dichiarato- l’omegeneità in tutta Italia è sicuramente un processo che la Rete deve governare, controllare e verificare, perché dobbiamo evitare che un paziente che può beneficiare di una terapia, per una inadeguatezza del percorso non riceva la profilazione corretta e necessaria e quindi non riceva il farmaco attivo in quella mutazione. È dunque fondamentale che venga garantito da un organo come la Rete Oncologica, che monitorizza il percorso, altrimenti rischiamo di avere pazienti che non ricevono terapie molto efficaci’.
Alla luce dei veloci cambiamenti degli ultimi anni, che ruolo coprirà l’Azienda Zero e come potrà aiutare l’implementazione e la governance della medicina di precisione a livello regionale con l’obiettivo di migliorare il percorso dei pazienti in Regione oltre che l’appropriatezza terapeutica che si potrà quindi tradurre in sostenibilità per il sistema? ‘Azienda Zero – ha risposto il Dottor Carlo Picco, Direttore Generale – ASL Città di Torino e Commissario Azienda Zero, Regione Piemonte- è e deve essere un facilitatore per la governance regionale. Il fatto stesso che la Rete oncologica sia stata assegnata funzionalmente a Azienda Zero significa accorciare la linea tra il decisore e i clinici. Questo fa sì che alcuni grandi progetti, come la piattaforma informatica che dovrà sostenere il sistema oncologica e che è in fase di costituzione, o altre grandi sfide che ci attendono, ovvero il miglioramento di tutti i percorsi a livello dell’istologia e di tutti i punti in cui il sistema può contribuire a creare una medicina di precisione, tutto questo può essere messo in rete’.
‘Noi- ha poi informato- vogliamo assolutamente sostenere questo tipo di sviluppo, con un occhio ovviamente alla farmacoeconomia, alla mobilità passiva dei nostri pazienti e ai finanziamenti, perchè vogliamo che questi ultimi siano utilizzati al meglio, la mobilità passiva sia recuperata e queste risorse possano essere messe a disposizione del sistema’.
Nel corso del dibattito spazio poi all’attuale organizzazione della rete dei laboratori in Regione e a come potrà garantire un equo ed uniforme accesso ai test genomici sul territorio piemontese. La Dottoressa Maria Scatolini,Direttore Laboratorio Oncologia Molecolare – Fondazione Edo ed Elvo Tempia Onlus, Ospedale Degli Infermi, Ponderano (BI)- ha inoltre acceso i riflettori sulle novità future al fine di rendere accessibili piattaforme informatiche che permettano la costruzione di reti logistiche per l’interlocuzione tra i centri deputati all’invio dei campioni e dei referti. ‘Il Piemonte è sicuramente una Regione fortunata- ha sottolineato- in quanto ci sono diversi laboratori che hanno competenza, expertise e disponibilità di piattaforme Ngs. Quello che deve essere fatto in maniera dettagliata è regolamentare, tra tutti questi laboratori, gli specifici piani di attività, quindi definire quali patologie analizzare nei singoli laboratori’.
‘Come tecnologia, competenze e disponibilità di laboratori sul territorio- ha proseguito- il Piemonte non avrà difficoltà a coprire le necessità cliniche dei nostri pazienti. Le reti informatiche sono determinanti per la condivisione dei dati, che in questo ambito sono sempre più fondamentali per decidere come trattare al meglio i pazienti’.
‘Quello che manca e che ci auguriamo possa essere sviluppato in un prossimo futuro- ha inoltre dichiarato Scatolini- è una rete informatica unificata, che permetta la condivisione dei dati molecolari tra i diversi laboratori, in maniera tale da renderli immediatamente fruibili al clinico per prendere la migliore decisione per ciascuno paziente. Ricordiamoci infatti che in questo ambito è fondamentale la velocità con cui viene prodotto il dato molecolare e non solo la qualità dello stesso’.
Spazio, poi, alle iniziative che potrebbero essere messe in atto per regolamentare i rimborsi dei test molecolari ad ampio spettro e garantire l’accesso ai farmaci nel caso in cui si trovi una mutazione actionable, al fine di declinare sempre più la medicina di precisione nella pratica clinica. ‘È necessario definire ciascun laboratorio e su quali patologie sarà attivo- ha ribadito la Dottoressa Maria Scatolini- e per fare questo, come già avvenuto con i test genomici della mammella, bisognerà definire i centri di riferimento e attivare tariffe di rimborso usufruibili solo dai Centri che la Rete Oncologica o la Regione stessa ha definito come Centri di riferimento per quella patologia’.
‘In questo modo- ha spiegato- potremo garantire ai pazienti che i test vengono offerti da laboratori qualificati e che sono stati messi al vaglio dalla Rete Oncologica e dalla Regione stessa, proprio per garantire un accesso equo a questi test molecolari per tutti i nostri pazienti oncologici’.
Ma in quale modo questo Progetto può impattare a livello regionale, stimolando ulteriormente l’implementazione dei MTB e l’accesso ai test NGS e alla luce dei veloci cambiamenti degli ultimi anni, quali novità ci possiamo aspettare in un futuro prossimo in questo campo? ‘Questo Progetto- è intervenuta la Dottoressa Paola Varese, Direttore SC Medicina a indirizzo oncologico – Ospedale Civile di Ovada, ASL Alessandria e Presidente Comitato Scientifico F.A.V.O.- è sicuramente una occasione importante di confronto e verifica del lavoro svolto fino ad ora. Le associazioni di pazienti a livello nazionale rappresentate da F.A.V.O. sostengono da tanto tempo l’ampliamento dei test genomici a livello nazionale la loro accessibilità. Le associazioni di pazienti hanno, però, anche un altro ruolo: vigilare perchè l’accessibilità a un test non sia un evento isolato ma sia incastonato in un percorso di presa in carico globale e continua del malato e della sua famiglia’.
‘Perché è importante avere un bersaglio molecolare per il quale possa esistere una terapia- ha precisato- ma è altrettanto importante che le persone vengano prese in carico in tutte le loro problematiche, altrimenti il malato spesso rinuncia in anticipo se non sa che può avere un accesso a un trattamento oppure se non sa che ha diritto a un supporto in tanti altri aspetti, correlati direttamente o indirettamente alla sua malattia’.
Infine, riflettori puntati sulle criticità e sulle sfide legate al territorio regionale piemontese rispetto ai bisogni informativi dei pazienti sulla medicina di precisione in oncologia e all’ottimizzazione dei percorsi e sul ruolo che potrebbero avere le Associazioni di Pazienti in questo percorso.
‘Il Piemonte è una Regione in realtà privilegiata rispetto al resto d’Italia- ha detto orgogliosa la Dottoressa Varese- in quanto il Centro Accoglienza e Servizi, Cas, è un punto unico di accesso del malato che ha anche il solo sospetto di patologia oncologica. Questo riduce i tempi della diagnostica, governa e seleziona il percorso verso il miglior approccio terapeutico che sarà poi discusso collegialmente nel gruppo interdisciplinare e cure’.
‘Siamo privilegiati rispetto a molte altre realtà d’Italia- ha ribadito- e questo ci viene riconosciuto dalle associazioni di pazienti. Ma le associazioni di pazienti piemontesi possono fare anche da supporto a un ulteriore salto di qualità, ovvero la consapevolezza che certi approcci globali possono avere un impatto sulla qualità di vita del malato e della sua famiglia’.
‘Le associazioni di pazienti- ha poi ricordato- qualche volta potrebbero avere un ruolo apparentemente difficile nel cercare di tradurre le conoscenze che vengono presentate nei convegni e far vedere, anche in modo realistico, quello che ci si può aspettare. Purtroppo, molto spesso gli annunci trionfalistici sulla stampa nazionale e sui social inducono false aspettative, illusioni di cure e guarigioni che, in realtà, non ci sono’.
‘Le associazioni di pazienti- ha concluso Varese- hanno il compito, il dovere e l’onere di riportare al senso di realtà, altrimenti questo aumenta i conflitti all’interno del Sistema sanitario e in questo momento non ne abbiamo bisogno. Ciò di cui abbiamo bisogno è una leale collaborazione tra le associazioni di pazienti e il Servizio sanitario regionale, per cercare di rendere sostenibile il percorso per dare la cura migliore a chi ne ha bisogno’.
– L’oncologia di precisione per percorsi di cura personalizzati ed efficaci: i successi della ricerca scientifica- nel campo della genetica, genomica e biologia molecolare- da una parte, e quelli della scienza dei dati dall’altra, stanno trasformando la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dei tumori. Negli ultimi anni abbiamo assistito all’affermazione dell’oncologia di precisione, un approccio al tumore a partire dalle sue caratteristiche genetiche e molecolari, diverse per ogni individuo e indipendenti dalla sede anatomica dove la malattia si sviluppa. L’oncologia di precisione si è inoltre evoluta a oncologia personalizzata, un approccio che mette al centro l’individuo e non solo il suo tumore. L’obiettivo è quindi quello di integrare tutte le informazioni di chi convive con la malattia- dalla genetica allo stile di vita, dal genotipo all’ambiente in cui vive- per individuare un percorso di cura il più aderente possibile alle esigenze di ogni singola persona, dal punto di vista terapeutico e della qualità di vita.
Il Gruppo APMP
Alla luce di queste considerazioni, 12 Associazioni di Pazienti attive nel campo dell’oncologia (Acto Italia Alleanza contro il Tumore Ovarico ETS, Europa Donna Italia, Europa Uomo Italia Onlus, F.A.V.O. – Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, La Lampada di Aladino ETS, Fondazione IncontraDonna, IPOP Onlus – Associazione Insieme per i Pazienti di Oncologia Polmonare, Associazione PaLiNUro – Pazienti Liberi dalle Neoplasie UROteliali, Salute Donna Onlus – Salute Uomo, WALCE Onlus – Women Against Lung Cancer in Europe e UniPancreas Associazione Onlus) si sono impegnate a collaborare insieme affinché l’equità di accesso ai percorsi della medicina di precisione, nel nostro Paese, venga recepita come un obiettivo prioritario da parte delle Istituzioni, per permettere un accesso più ampio, secondo criteri di appropriatezza ben definiti, a questo approccio diagnostico-terapeutico. Il Gruppo, denominato APMP- Associazioni Pazienti, insieme per il diritto alla Medicina Personalizzata in oncologia, con il supporto di Roche, dopo aver enfatizzato l’importanza dell’oncologia personalizzata nel Libro Bianco della medicina personalizzata in oncologia (2021), ha dato inizio al progetto APMP & Regioni, con cui si impegna a continuare a lavorare insieme attraverso l’avvio di un percorso di sei tavoli di lavoro regionali, con l’obiettivo di sensibilizzare la corretta implementazione della medicina di precisione in oncologia su tutto il territorio nazionale.
Il percorso regionale
Il progetto coinvolge sei regioni lungo la penisola italiana. Si è partiti con la Sicilia a marzo, l’Abruzzo a maggio, la Lombardia a giugno e la Campania a inizio settembre, per poi arrivare al quinto appuntamento in Piemonte e quindi procedere in Regione Lazio ad ottobre. Al termine degli eventi, sarà realizzato un report con le evidenze raccolte che sarà presentato ai decision-maker (tecnici e politici a livello regionale/nazionale) durante un evento nazionale. I tavoli di lavoro regionali stanno aprendo ad un dialogo costruttivo tra i diversi stakeholder quali Clinici, Management Sanitario, Istituzioni regionali, Farmacisti Ospedalieri, referenti delle Associazioni di Pazienti del gruppo APMP e della Rete Oncologica Regionale, il cui contributo risulta essere essenziale per definire le criticità e best practice al fine di co-creare nuove proposte operative da rivolgere alle Istituzioni nazionali, portando all’attenzione le diverse realtà regionali in vista di una futura discussione costruttiva, con l’obiettivo finale di ottenere dei risultati concreti in termini di miglioramento nell’adozione della medicina di precisione in campo oncologico.
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