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La polizia di Stato di Novara contro il phishing. Consigli per abbattere i rischi

Il consiglio in questi casi è quello di non rispondere ai messaggi e di consultare il portale della Polizia Postale e delle Comunicazioni

Alessia Serlenga

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Novara – Complice la costante ed esponenziale evoluzione tecnologica, i cyber-criminali perfezionano ogni giorno di più le tecniche di aggressione patrimoniale mediante le tecniche di phishing.

Il primo suggerimento basilare della Polizia Postale per i cittadini, quando si ricevono messaggi o telefonate particolari da chi dice di essere un operatore bancario o finanche poliziotto, è quello di non farsi prendere dal panico, seguendo alcuni semplici consigli per non restare vittime di reato.

La prima nozione da tenere a mente è costituita dal fatto che le chiamate o i messaggi, anche quando provengono da utenze in uso a criminali, sembrano giungere dai numeri normalmente utilizzati dal proprio istituto bancario di riferimento, o da un ente pubblico.

Ciò è possibile grazie alla tecnica c.d. dello “Spoofing”, che consente ai malfattori di effettuare le telefonate scegliendo quale numero far comparire sul display del chiamato. In questo modo, anche il messaggio che non proviene realmente dalla propria banca, viene automaticamente inserito dallo smartphone in quella conversazione, così inducendo in errore il malcapitato circa la reale provenienza illecita.

Nella comunicazione l’utente viene informato di un fantomatico accesso non autorizzato al proprio conto corrente, e invitato a fornire telefonicamente tutti i codici di sicurezza che riceve sul dispositivo, questa volta inviati realmente dall’ente di riferimento, perché nel frattempo i criminali stanno cercando di compiere alcune operazioni truffaldine da remoto e hanno bisogno di quelle password istantanee per finalizzare la sottrazione di denaro o dati personali.

In molti casi, nel periodo recente, questa truffa viene perpetrata attraverso una falsa chiamata da parte della Polizia, mediante apparente utilizzo dei numeri di telefono di Questure e Uffici della Polizia Postale, nella quale il cittadino viene avvertito della urgente, ma in realtà falsa, necessità di mettere in sicurezza il proprio conto corrente o la propria carte di credito, talvolta anche mediante spostamento di fondi in autonomia su altri conti correnti, dietro la promessa che il denaro gli sarà prontamente riaccreditato una volta cessato il fantomatico pericolo.

La normale condizione di soggezione, paura, o ansia di essere realmente oggetto di un attacco da parte di ignoti porta i malcapitati a seguire pedissequamente le indicazioni, così cadendo vittime di pesanti perdite patrimoniali, considerato che il denaro, entrato in pieno possesso dei malfattori, sarà disperso mediante attività di riciclaggio.

La Polizia Postale consiglia, in questi casi, di:

  • diffidare di chi, spacciandosi per un operatore bancario o delle Forze dell’ordine, richiede di comunicare OTP, password, o di eseguire bonifici verso altri conti. Nessun’azienda o soggetto pubblico richiederà mai tali informazioni all’utente. In caso di dubbi, è opportuno non cliccare sui link eventualmente forniti ma fare accesso al proprio profilo di gestione online attraverso la digitazione autonoma del nome del sito internet e inserimento delle relative credenziali, così da constatare eventualmente la presenza di comunicazioni nella propria area riservata.
  • nel caso si riceva la chiamata di un soggetto che si presenta come appartenente ad una Forza di Polizia, si consiglia di richiedere il nome il grado e la forza di polizia di appartenenza della persona e riattaccare; ricercare quindi il numero di telefono reperibile in Rete della forza di polizia chiamante, comporlo e chiedere di parlare con il nome dato dal precedente interlocutore.

Altra truffa molto in voga in questo periodo è quella relativa all’inoltro di messaggi Whatsapp in cui i criminali, da un nuovo numero di telefono, si spacciano per un parente, millantando di aver rotto il proprio cellulare o di aver avuto un incidente, e richiedendo così un bonifico per poter acquistare un nuovo dispositivo o ripagare il danno. Ecco alcuni esempi:

“Ciao papà, questo è il mio nuovo numero di telefono. Salvalo in rubrica e mandarmi un messaggio quando hai letto!”

“Ciao mamma, questo è il mio nuovo numero. Scrivimi qui per favore. Ho avuto un incidente, l’altro telefono è rotto e ho urgente bisogno di denaro. Non avvisare nessuno, ho fatto un disastro…”.

Il consiglio in questi casi è quello di non rispondere al messaggio, ma provare a contattare il proprio parente attraverso i numeri di telefono conosciuti, per sincerarsi delle sue condizioni. In caso di dubbi, meglio prediligere un contatto vocale, comunque senza comunicare dati personali o credenziali di accesso ai propri account virtuali.

Per ogni dubbio, oltre che per informazioni sui nuovi trend criminali, la Polizia Postale e delle Comunicazioni mette a disposizione il portale www.commissariatodips.it

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