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Cultura

Nanni Moretti apre la stagione dello Stabile di Torino con un dittico di Natalia Ginzburg

Nanni Moretti sceglie il “teatro delle chiacchiere” di Natalia Ginzburg per metterci davanti ad uno specchio che ci mostra inadeguati, spettatori indifferenti di fronte alla complessità e alle tragedie della vita

Gabriele Farina

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Torino – Sarà Nanni Moretti a inaugurare la stagione 2023/2024 del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. Il regista di tanti successi cinematografici esordirà in teatro portando in scena Diari d’amore, un dittico composto da due atti unici di Natalia Ginzburg, Dialogo e Fragola e Panna. Lo spettacolo debutterà in prima nazionale al Teatro Carignano di Torino, il 9 ottobre 2023 alle ore 20.00 e sarà interpretato da Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Senesi.
Le scene sono di Sergio Tramonti, le luci di Pasquale Mari, i costumi di Silvia Segoloni.
Lo spettacolo verrà realizzato grazie a una coproduzione internazionale che riunirà il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, il Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Carnezzeria srls, LAC Lugano Arte e Cultura, Châteauvallon-Liberté scène nationale, TNP Théâtre National Populaire de Villeurbanne, La Criée – Théâtre National de Marseille e Maison de la Culture d’Amiens, e al sostegno della Fondazione CRT.
Diari d’amore verrà replicato al Carignano, per la stagione in abbonamento dello Stabile di Torino, fino a domenica 29 ottobre 2023 e sarà poi in tournée fino a giugno 2024 in Italia e in Francia.

La Casa Editrice Einaudi il 26 settembre 2023 pubblicherà una nuova edizione di Fragola e panna e Dialogo di Natalia Ginzburg, testi già compresi in Tutto il teatro a cura di Domenico Scarpa. Con Einaudi sono uscite tutte le opere di Natalia Ginzburg (1916-1991).

Per il suo esordio da regista nel teatro di prosa, Nanni Moretti ha scelto due commedie di Natalia Ginzburg, la cui scrittura è molto vicina all’immaginario che ha consolidato il successo cinematografico internazionale dell’artista. Moretti decide di farsi “primo spettatore” e dirigere cinque attrici e attori, non più con la sua cinepresa, ma affrontando “lo spavento” del palcoscenico. Quello “spavento” che definisce lo scarto tra l’intimità della parola scritta e il clamore della parola detta di fronte a un pubblico dal vivo: termine usato, in questa accezione, da Natalia Ginzburg.

Due commedie che ci raccontano nuclei familiari disarmonici, gente che si lascia vivere senza entusiasmi; esseri deboli, dai valori etici inconsistenti. Con sguardo ironico apre il sipario su intimità domestiche nelle quali il conflitto cede il posto all’indifferenza, svelando la fatuità di uomini e donne emotivamente e moralmente inetti.
Natalia Ginzburg gioca con i valori cari alla società borghese: matrimonio, fedeltà, maternità, amicizia sono trattati con parole di una levità che ne rivela tutte le fragilità. Questa leggerezza estrema diventa una lente di ingrandimento, una chiave di lettura fredda, che converte in commedia fatti altrimenti tragici della vita dei protagonisti. E al tempo stesso si fa denuncia: di una società che rimane indifferente di fronte ai fatti della vita, che non partecipa mai per davvero, che rimuove quel poco di senso di colpa che a volte, timidamente, affiora.
Nanni Moretti sceglie il “teatro delle chiacchiere” di Natalia Ginzburg per metterci davanti ad uno specchio che ci mostra inadeguati, spettatori indifferenti di fronte alla complessità e alle tragedie della vita.

«Natalia Ginzburg – dichiara Valerio Binasco, protagonista dello spettacolo, Direttore artistico del Teatro Stabile di Torino e profondo conoscitore del teatro della Ginzburg – per me è tra i più importanti autori italiani. Anche se la sua immaginazione poetica non è attratta dall’eccezionalità o dall’assurdo, il suo stile “semplice” e musicale, l’umorismo dolce e le partiture sofisticate delle “chiacchiere” che riempiono le sue opere arrivano a toccare corde emotive fortissime, restituendo grandezza e profondità a personaggi solo apparentemente “piccoli”. Si viaggia con ironia tra i toni malinconici di una poesia fatta di elementi quotidiani e domestici e si resta affascinati dalla musicalità originale dei suoi dialoghi. La Ginzburg ha una penna leggera, ma scava gli animi, e i suoi sono personaggi ritratti con incredibile maestria psicologica, degna di autori come Čechov».

Foto di Alberto Novelli

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