Cronaca
Morti sul lavoro in aumento nel 2023, il Piemonte tra le regioni in cui si muore di più
Il settore più letale è proprio quello dei trasporti, come dimostrano i fatti di Brandizzo. Il Vco è la provincia italiana in cui si muore di più in rapporto agli occupati
Torino – In Piemonte, da inizio anno, in soli sei mesi (gennaio-giugno) sono morte sul lavoro 27 persone: questi i dati del report semestrale dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering su dati ISTAT e INAIL. Se in queste ore tutto il Piemonte è sotto shock per la strage ferroviaria di Brandizzo, è necessario ricordare che, anche in Italia, tragedie del genere non sono una novità, specie in quel settore: nei primi 6 mesi del ’23 nell’ambito di Trasporti e Magazzinaggio sono morte 50 persone in tutta Italia. A seguire vi sono i mestieri che fanno capo alle Costruzioni (39 morti), quelli delle Attività Manifatturiere (37) e il Commercio (27).
Il Piemonte tra l’altro è nella top 10 delle regioni in cui si muore di più: con 27 casi su 1 milione 785 mila 319 occupati annuali, quella piemontese è la 9° in classifica. Gli abitanti delle otto province quindi si trovano in una zona “arancione” ovvero con un indice di mortalità che oscilla tra l’1 e l’1,25.
Il Verbano-Cusio-Ossola figura come provincia in cui ci sono più morti in rapporto agli abitanti: 61,8 di incidenza su 64.768 abitanti occupati (4 casi). Zona rossa anche per Biella (28,8 su quasi 70 mila occupati, 15° posizione in Italia), Alessandria (23,8 di incidneza su 168 mila occupati, 23° su tutte), Asti (22,5 su 88.864, ovvero 27° posto in Italia). Fascia gialla a causa dell’alto numero di occupati per Torino (incidenza di 12,2 su 905.306 occupati, 55° posto in Italia) e Cuneo (11,4 di incidenza su 262.517 occupati, al 62° posto). A Novara invece si è registrato un solo caso, mentre a Vercelli nessuno (dati INAIL).
Il trend delle morti di lavoro è aumentato dell’1,2% (passando da 342 morti del primo semestra del 2022 ai 346 di quest’anno). Le denunce di infortuni sono diminuite del 22,4% rispetto all’anno scorso
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