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Torino

Conclusi i lavori di restauro al Rifugio Gastaldi a Balme

Il 9 settembre, alle 11.30, sarà presentato il rinnovamento dei locali

Gabriele Farina

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Balme – Il 9 settembre, alle 11.30, sarà presentato il rinnovamento dei locali del Rifugio Bartolomeo Gastaldi vecchio (2.659 m) del CAI Torino, a Balme, nelle Valli di Lanzo.

I lavori, coordinati dal CAI Torino e dal CAI Piemonte in collaborazione con la gestione del rifugio, sono stati condotti tra 2022 e 2023 grazie al sostegno dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale – ARPA Piemonte.

Gli interventi sono stati condotti in seno al progetto di valorizzazione dl bacino glaciale della Bessanese e hanno riguardato principalmente l’ottimizzazione di funzionalità tecniche e impiantistiche e il riallestimento di tre ambienti del rifugio vecchio: la sala che ospita la sede distaccata del Museomontagna e due sale adibite ad attività di formazione organizzate dall’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’ARPA Piemonte e dal Comitato Scientifico CAI Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Il progetto di valorizzazione del bacino glaciale Bessanesee del Rifugio Gastaldi vecchio

Per le sue peculiari caratteristiche e attrattive ambientali, storiche e paesaggistiche, da alcuni anni l’area della Bessanese (Alpi Graie, Valli di Lanzo) è oggetto di attenzioni turistiche e scientifiche: le prime con il sempre più frequentato trekking transfrontaliero della Bessanese, tra Italia e Francia; le seconde con l’attività di molti enti quali ARPA Piemonte, Comitato Glaciologico Italiano, CNR-IRPI, Comitato Scientifico CAI Ligure Piemontese Valdostano e Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” – CAI Torino.

Dalla collaborazione tra questi soggetti ha preso consistenza, negli anni, una serie di progetti di ricerca scientifica e di monitoraggio ambientale, climatologico e geomorfologico attuato tramite rilevazioni in loco effettuate con un’apposita rete di sensori e procedure innovative e webcam.

La base di dati ottenuta ha consentito di studiare nel tempo l’evoluzione e di richiamare l’attenzione sul loro significato non solo da parte della comunità scientifica tramite pubblicazioni, ma anche del pubblico mediante azioni di divulgazione.

Allo scopo di potenziare e coordinare queste attività nella struttura del Rifugio Gastaldi vecchio, già in uso come bivacco invernale, ma anche sede distaccata del Museo Nazionale della Montagna, è stata realizzata la Saletta del Presente – deputata alla formazione scientifica accademica per studenti, tesisti, borsisti e alla formazione sul campo degli Operatori Naturalistici Culturali del Club Alpino Italiano – ed è stato rinnovato l’allestimento dello spazio museale dedicato alla storia dell’alpinismo locale, in collaborazione con la Società Storica delle Valli di Lanzo e con immagini del Centro Documentazione Museomontagna, della Biblioteca Nazionale CAI e dell’archivio dell’Ecomuseo delle Guide Alpine “Antonio Castagneri” di Balme.

Questa nuova dimensione di dialogo in alta quota tra passato e contemporaneità, tra documentazione e divulgazione, offre ora al visitatore un’opportunità unica di conoscenza e approfondimento di temi culturali e scientifici montani.

La frequentazione del rifugio da parte di numerosi alpinisti ed escursionisti consente in particolare di sensibilizzare il grande pubblico sull’evoluzione ambientale in atto nell’alta Valle di Ala e, più in generale, sugli effetti dei cambiamenti climatici negli ambienti alpini di alta quota. Il progetto vuole dunque migliorare la fruibilità della struttura sia per i ricercatori, sia per l’utenza generale.

L’intenzione di ampliare le azioni di studio e divulgazione ha richiesto il recupero interno dei locali, una adeguata connettività alla rete e la disponibilità di spazi esterni al rifugio per le attività educative.

A tale scopo, in accordo con le specifiche esigenze dei partner coinvolti, ma anche nell’interesse più ampio della comunità, si sono resi necessari alcuni lavori di ottimizzazione, il ripristino delle funzionalità del sistema di captazione fotovoltaica, stoccaggio ed erogazione di energia elettrica che ha interessato anche il rifugio nuovo con un ammodernamento dell’impianto, l’aggiunta di pannelli e la sostituzione del parco batterie. Opportuni interventi di ottimizzazione dei flussi di energia consentono ora la soddisfazione delle specifiche esigenze di gestione della rilevazione tramite sensori e trasmissione dei dati in remoto.

A partire dall’autunno, sarà inoltre visitabile nella sede torinese del Museomontagna, al Monte dei Cappuccini, la rinnovata area espositiva permanente dedicata al rifugio Gastaldi, che offrirà il collegamento continuo e diretto con la nuova webcam del rifugio e la possibilità di presentare i progetti di ricerca e i dati rilevati in loco da CNR – IRPI e ARPA, al fine di offrire uno sguardo alla montagna del presente e alle sue urgenze ambientali attraverso il lavoro di enti scientifici qualificati.

Il Rifugio Gastaldi

Il primo Rifugio Gastaldi fu edificato dal CAI quando l’alpinismo muoveva i primi passi sulle montagne più prossime a Torino, nelle Valli di Lanzo. È dedicato al secondo presidente della Sezione di Torino del CAI, il geologo Bartolomeo Gastaldi. La prima costruzione risale al 1880 e constava allora di un solo ambiente. Nei venti anni successivi fu più volte ampliata, ma ciò nonostante, il piccolo Rifugio risultò insufficiente per la crescente frequentazione alpinistica della zona. La Sezione decise allora la costruzione di un nuovo rifugio che sorse pochi metri a fianco del vecchio rifugio. Il nuovo rifugio fu inaugurato nel 1904; dopo soli quattro anni fu distrutto da un incendio. Ricostruito e inaugurato due anni dopo, fu ampliato nel 1930.

Durante la Resistenza servi da base per i partigiani e durante gli scontri dell’ottobre 1944 con le forze naziste venne incendiato e distrutto. Nel 1970 fu aperto il nuovo rifugio.

Nel 1983 parte del Vecchio Rifugio fu trasformata in mostra permanente collegata al Museo Nazionale della Montagna di Torino e dedicata alla storia dell’alpinismo nel territorio della Valli di Lanzo.

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