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Cultura

Di castello in castello, intervista con Riccardo Marchina

Una raccolta di racconti con i castelli protagonisti, l’intervista con il curatore.

Gabriele Farina

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Torino – Il fascino dei castelli è al centro dell’ormai tradizionale raccolta estiva di Neos Edizioni. Spirito d’estate 2023 porta infatti il titolo Di castello in castello e ci accompagna in un viaggio nel tempo e nello spazio tra i manieri d’Italia, gran parte dei quali sono in Piemonte.

Così ci troviamo a Vignale e a Capriglio, a Moncucco e Piea, a Castellengo e Roccolo. Ma ovviamente anche a Manta, Moncalieri e Saluzzo. E intorno a loro anche altri castelli d’Italia, dai più noti ai meno ricercati. Tutti però ugualmente affascinanti.

Gli autori ci accompagnano in un viaggio tra ricordi, amori, qualche fantasma, alcune reincarnazioni, restauri… Davvero una varietà di temi che permette di non annoiarsi mai e di appassionarsi pagina dopo pagina quali che siano i gusti del lettore.

Il curatore della raccolta è Riccardo Marchina, che abbiamo intervistato.

Perchè una raccolta di racconti dedicata ai castelli?

L’antologia Spirito d’estate è alla sua sesta edizione. Ogni anno, viene dedicata a un argomento diverso. Abbiamo scelto i Castelli in quanto ogni borgo d’Italia ne possiede uno o possiede il ricordo del castello che c’è stato ed è andato distrutto. Il Castello si presta come scenario o come protagonista perché attorno c’è sempre un mistero, un ricordo, o episodi storici dei quali vale la pena ricordare. Per l’autrice della prefazione, Beatrice Del Bo, sono passati da essere ripostiglio del medioevo a luoghi immaginari e fantastici.

Qui i castelli sono protagonisti più che sfondo delle storie?

Direi entrambi. I Castelli con la loro struttura, più che con le loro storie parlano, inviano messaggi. Lo fanno soprattutto quelli che non esistono più, eppure vengono ancora ricordati con nomi delle vie, o semplicemente perché la gente li cita ancora, come nel caso di quello di Vignale nel Monferrato.

Molti dei castelli protagonisti sono in Piemonte…

La maggior parte degli autori è piemontese, è pertanto inevitabile abbia scelto località che conosce meglio… Abbiamo: Vignale, (Alessandria), Patrizia Monzeglio, Capriglio (Asti) – Daniela Peira, Moncucco (Asti) – Giovanni Casalegno; Piea (Asti) – Claudia Villero; Castellengo (Biella) – Franca Rizzi Martini; Roccolo (Cuneo)- Licia Guiati; Saluzzo (Cuneo) – Angela Del Grosso; Manta (Cuneo) – Mara Barazzutti; Moncalieri (Torino) – Marlene Ravetti… Ma non volevo un’antologia solo dedicata al Piemonte, così ci sono anche tanti manieri del Sud, da Scilla (Giuseppe Milano) a Castel dell’Ovo di Napoli (Elena Biondo). Ne abbiamo anche uno in Basilicata a Monteserico, scritto da Vito Quagliara.

Qual è il fascino speciale dei castelli?

Un po’ ci riportano all’infanzia. Dici Castello e pensi alla Disney, un po’ ci rievocano il Medioevo che per l’Europa è stato tutt’altro che un periodo buio come si vuol far credere con un certo modo di interpretare la storia.

Cosa raccontano le storie di questa raccolta?

Sono storie diverse. Alcune sono ambientate ai giorni nostri e il Castello fa da sfondo, vive la vita contemporanea. Alcuni sono storici e narrano episodi storici. Altri ancora sono a doppia marcia, ossia c’è l’evento storico, ma collocato nella contemporaneità. Gli autori hanno dato sfogo ai ricordi di storie sentite, si sono documentati, hanno immaginato…

Qual è il castello che ami di più?

Beh… Castel del Monte di Andria, perché racconta tanto della vita di Federico II, un monarca, a mio modo di vedere, saggio e illuminato. Poi, la sua storia è ricca di aneddoti anche molto curiosi, ossia si presta alla letteratura del racconto. Già la sua forma ottagonale, a corona, era un monito al papa… Qui comanda l’imperatore!

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