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Ambiente

Professore del Politecnico specifica: quella aperta da Iren a Torino non è una comunità energetica rinnovabile

La lettera di Angelo Tartaglia, Senior Professor del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino

Gabriele Farina

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Torino – Abbiamo ricevuto una lettera indirizzata al Direttore firmata dal professor Angelo Tartaglia, Senior Professor del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino relativa al nostro articolo “A Torino nasce la prima comunità energetica rinnovabile del Gruppo Iren” della scorsa settimana.

Il professor Tartaglia tiene a specificare alcuni punti e volentieri pubblichiamo il suo intervento:

“Mi permetto di farle osservare che queste entità NON sono comunità energetiche rinnovabili (CER). Le CER sono definite dall’art. 31 del Decreto Legislativo 199/2021 e dal precedente art. 42 bis della legge 8/2020; sono soggetti giuridici autonomi e NON possono farne parte, lo dice la legge, operatori commerciali o industriali del settore energia, in quanto la CER, sempre per legge, non può avere come fine primario quello di fare utili. Le imprese del settore possono, su base contrattuale e come soggetti terzi, erogare servizi, inclusa la realizzazione e gestione degli impianti, per le CER ma non possono in alcun caso averne il controllo.

Quello che viene presentato relativamente all’impianto di via Ciriè a Torino, che NON è, ripeto, una CER, può tutt’al più essere un “gruppo di autoconsumatori che agiscono collettivamente” (AUC) come previsto dall’art. 30 del Decreto Legislativo 199/2021 e, in precedenza, dal già citato art. 42bis della legge 8/2020. Non si tratta di un soggetto giuridico autonomo e si costituisce a partire da una semplice scrittura privata fra un gruppo di soggetti residenti in uno stesso condominio. In questo caso l’iniziativa può partire da un aggregatore esterno, cosa già avvenuta per esempio nel pinerolese per parte di ACEA Energia. Quest’ultima ha tra l’altro coniato l’espressione di “comunità condominiale”, in luogo di “gruppo di autoconsumatori, etc”, ingenerando di conseguenza una certa confusione sulla natura dell’aggregazione.

L’uso improprio e fuorviante del termine “comunità energetica” risponde ad una logica pubblicitaria e commerciale, volta a confondere le idee in un pubblico di potenziali clienti, ammantando di “sostenibilità” la normale prassi mirata a vendere quanta più energia possibile, tanto meglio se “green”. Questa non è la logica del far fronte al fabbisogno di energia di chi vive in un determinato territorio utilizzando le risorse energetiche ivi disponibili: logica appunto delle CER previste dalle norme e dalla precedente direttiva europea RED II.

Per altro, come saprà, le CER, quelle vere, sono al momento in uno stato di sospensione in quanto non è nemmeno possibile istituirle (per lo meno quelle previste dal DLgs 199/2021) in quanto la relativa norma non è operativa in attesa di un decreto ministeriale, che, pur essendo in ritardo di più di un anno, continua a non arrivare. Uscendo dai puri e semplici fatti, mi permetto di ipotizzare che il ritardo non sia casuale, visto che nel frattempo le iniziative dei grandi operatori si ripetono e mirano a vanificare la logica delle vere comunità a vantaggio del tradizionale approccio di mercato.”

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    riccardo

    8 Agosto 2023 at 15:42

    Ottima risposta, chiara ed esauriente.
    Complimenti al Professor Tartaglia. Troppi stanno approfittando della “transizione verde” per rifilare “sole” ai consumatori.
    Ed è vergognoso che una legge del 2021 ancora non abbia il decreto attuativo.
    Cosa li paghiamo a fare i nostri politici?
    Per fare la bella vita e mesi di ferie?

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