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Reddito di Cittadinanza sospeso con un sms: “Comunicazioni che creano incertezza”

Il messaggio ha provocato forte preoccupazione nelle persone

Redazione Quotidiano Piemontese

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Reddito di Cittadinanza

Piemonte – Nella giornata di venerdì 28 luglio, 169mila persone in tutta Italia hanno ricevuto un sms da parte dell’Inps con il seguente testo: “Domanda di RDC sospesa come previsto dall’art. 13 del DL48/2023 conv. Legge 85/2023. In attesa eventuale presa in carico da parte dei servizi sociali”.

Con questo messaggio, perciò, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha avvertito della sospensione del Reddito di Cittadinanza ai cittadini tra i 18 e 59 anni, cosiddetti occupabili.

Il messaggio ha provocato forte preoccupazione nelle persone, sfociata in un’enorme pressione sui Servizi Sociali, per la confusione creata con un messaggio troppo breve per essere chiaro.

Questo contesto preoccupa gli Assistenti Sociali anche per le responsabilità riversate sui professionisti. A commento della situazione, il presidente nazionale degli Assistenti Sociali, Gianmario Gazzi – in un’intervista concessa all’Huffington Post – ha dichiarato: «Non accetteremo lo scaricabarile sugli assistenti sociali, che sono in prima linea».

Queste le parole del presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte, Antonio Attinà: «Affidare ad un messaggio inviato un venerdì di fine luglio un’informazione così delicata, significa non tenere conto né della persona e delle sue fragilità, né del senso di incertezza che si trasmette ai cittadini con comunicazioni non complete e generiche.

Il problema fa riferimento anche a una gestione politica che decide la sospensione del Reddito di Cittadinanza senza adeguati strumenti per sostenere un cambiamento così importante e con una programmazione dei tempi di comunicazione non idonei. In conclusione, chiediamo alle istituzioni un intervento immediato affinché si chiariscano ai cittadini la situazione e le procedure, precisando che certe scelte politiche non dovrebbero generare responsabilità agli Assistenti Sociali, poiché non sono di pertinenza dei colleghi e delle colleghe dei Servizi».

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