Salute
Torino spinge verso il congedo mestruale per le donne affette da dismenorrea grave
Il documento sollecita una sensibilizzare delle Istituzioni affinché riconoscano la dismenorrea come “patologia grave e invalidante”
Torino – Il Consiglio Comunale di Torino nella seduta del 17 luglio 2023, con 25 voti favorevoli e 3 astenuti, ha approvato un ordine del giorno (prima firmataria: Ivana Garione – Moderati), che chiede l’istituzione del congedo mestruale per le donne affette da dismenorrea grave.
Respinto dalla Sala Rossa invece un altro ordine del giorno (primo firmatario: Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani), dal titolo “Miti e realtà sul congedo mestruale, necessità di iniziative per ridurre lo stigma ed aumentare la consapevolezza sul tabù delle mestruazioni”, discusso in Consiglio congiuntamente.
L’odg approvato invita Sindaco e Giunta Comunale a farsi parte attiva presso il Governo e il Parlamento per riprendere la discussione e la votazione di una Legge che istituisca il congedo mestruale, come già previsto dalla proposta di Legge n° 3781 del 27/04/ 2016. L’obiettivo è far sì che “la donna lavoratrice che soffra di dismenorrea (in forma tale da non poter svolgere le quotidiane mansioni lavorative giornaliere) abbia diritto di astenersi dal lavoro tramite congedo di durata massima di 3 giorni al mese, a seguito presentazione di certificazione medica specialistica, percependo una contribuzione piena e un’indennità pari al cento per cento della retribuzione giornaliera”.
Il documento sollecita inoltre una sensibilizzare delle Istituzioni affinché riconoscano la dismenorrea come “patologia grave e invalidante” che coinvolge le donne non solo durante la vita lavorativa, ma anche nelle diverse fasi della vita stessa e a richiedere al Governo e al Parlamento di occuparsi anche delle lavoratrici autonome e delle libere professioniste che, vista la natura del loro lavoro, non potranno beneficiare del permesso, per trovare soluzioni che permettano colmare il gap tra i due generi anche su questa tematica.
Come ha spiegato in aula Ivana Garione (Moderati), la dismenorrea grave può essere invalidante, creando forti dolori, con necessità di assentarsi dal lavoro. L’obiettivo del documento da me presentato, nato all’interno del Gruppo “Donne e Lavoro” della Consulta Femminile Comunale, è anche quello di contrastare lo stereotipo – ha aggiunto Ivana Garione – che considera il dolore delle donne meno reale rispetto a quello degli uomini.
Per Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani) è difficile oggettivare il dolore di situazioni autodichiarate e quindi riconoscere il congedo mestruale è una misura “suggestiva” che rischia di creare discriminazioni. Sarebbe stato utile – ha concluso – approfondire l’argomento in Commissione.
Sara Diena (Sinistra Ecologista) ha ringraziato la consigliera Garione per avere depositato l’atto, che “affronta una questione ancora considerata tabù, che crea discriminazioni e situazioni di disagio”.
Per Ludovica Cioria (PD), il dubbio per possibili abusi non è motivo per non riconoscere l’esistenza del problema. Il congedo mestruale – ha detto – è un diritto fondamentale non derogabile.
Nadia Conticelli (PD) ha ringraziato la Consulta Femminile per il lavoro svolto. La questione non è solo medica – ha affermato – ma anche culturale e la medicina non deve avere come unico orizzonte l’uomo.
È una questione culturalmente rilevante: è necessario andare oltre stereotipi e pregiudizi – ha aggiunto Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS).
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