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Cronaca

Trovato morto in casa a Torino, “è stata mia moglie”, ma i giudici non gli credono: donna assolta

Secondo i giudici si è trattato di un decesso per cause naturali

Alessia Serlenga

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TORINO – Si è concluso con un’assoluzione il processo per la morte di Ettore Treglia, 50enne residente nel quartiere San Donato a Torino il cui corpo privo di vita fu trovato in casa il 5 aprile 2021. A scoprirlo fu la moglie, Gaia Prencipe, oggi di 49 anni, che secondo il pm della procura cittadina e i carabinieri, sarebbe stata la responsabile dell’omicidio e per questo l’hanno mandata a processo. Alla fine del dibattimento per lei è stata chiesta la pena dell’ergastolo.

Lo scorso lunedì 3 luglio 2023, però, i giudici togati e popolari della corte d’assise cittadina, hanno ribaltato questa impostazione: Treglia sarebbe morto non per strangolamento, ma per cause naturali, come ha sempre sostenuto l’imputata. Questo nonostante l’autopsia fosse di segno diverso e parlasse esplicitamente appunto di strangolamento. A convincere i carabinieri del fatto che si trattasse di un omicidio e non di una morte naturale era stato un messaggio che Treglia, che era anche malato, aveva mandato alla sua amante. Ma questo non ha convinto i giudici.

La sera del 4 aprile 2021, però, qualcosa successe. Treglia mandò messaggi all’amante dicendo che la moglie lo stava prima picchiando e poi strangolando. Quest’ultima, in aula, ha invece raccontato che lui tentò un approccio sessuale verso di lei, che però lo respinse con vigore. I giudici hanno creduto a quest’ultima versione o, semplicemente, non l’hanno ritenuta colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio. Quasi certamente la procura ricorrerà in appello contro la sentenza.

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