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Ambiente

Il parco del Monviso ricorda perchè i cani devono rimanere al guinzaglio nei parchi naturali

L’obbligo di guinzaglio non si applica ai cani utilizzati dai portatori di handicap e quelli impiegati nelle operazioni di vigilanza, soccorso o altro pubblico servizio

Gabriele Farina

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Monviso – Con il fisiologico aumentare dei frequentatori delle aree naturali protette durante la stagione estiva, il Parco del Monviso rietiene necessario precisare ulteriormente un importante elemento, al fine di evitare a tutti i proprietari di cani di incorrere in spiacevoli situazioni. Dal 2021 è infatti entrato in vigore il regolamento di fruizione delle aree naturali protette in gestione al Parco del Monviso, che precisa all’articolo 4 come l’introduzione di cani di qualsiasi razza sia consentito purché questi vengano tenuti al guinzaglio. Chiunque non rispetti questa norma è passibile di sanzione amministrativa da parte dei guardiaparco presenti in servizio sul territorio del Parco. Esistono infatti motivazioni molto serie per cui è richiesto che i cani vengano tenuti al guinzaglio nelle aree naturali soggette a protezione del Parco: sono sostanzialmente di tre tipologie.

Perchè i cani devono rimanere al guinzaglio nei parchi naturali

In primo luogo, i cani domestici possono essere portatori patologie e parassitosi dannose per la fauna selvatica, come ad esempio il cimurro che può avere conseguenze potenzialmente letali per i carnivori selvatici, quali l’ermellino, la martora, la faina e la donnola.

In secondo luogo, i cani domestici potrebbero disturbare o predare alcuni giovani esemplari di fauna selvatica: il periodo estivo è infatti quello in cui la maggior parte delle specie selvatiche, come gli ungulati alpini, gli uccelli o le marmotte, si riproducono. Inoltre, la presenza di cani liberi sui sentieri potrebbe disturbare anche in altro modo la fauna, ad esempio gli stambecchi che oggi si comportano con maggiore confidenza nei confronti degli escursionisti lasciandosi avvistare con frequenza anche a ridotte distanze: se continuamente disturbati dai cani potrebbero perdere questa loro tranquillità, che favorisce tra l’altro la possibilità di scattare loro suggestive immagini fotografiche, e aumentare le distanze di fuga.

Infine, è bene ricordare che anche nelle aree naturali protette si possono incontrare animali in alpeggio difesi da cani da guardiania appositamente addestrati per questo scopo: l’interazione tra un cane domestico e un cane da lavoro può essere potenzialmente molto pericolosa per il primo, che potrebbe essere percepito come una minaccia dal secondo.

A chi intende percorrere il Giro del Monviso, si ricorda inoltre che nella Reserve Naturelle Nationale de Ristolas – Mont Viso, che si sviluppa al di là del Buco di Viso nel versante francese tra il colle delle Traversette e il passo di Vallanta, vige il divieto assoluto di accesso con i cani e pertanto è impossibile effettuare il trekking ad anello con il proprio animale.

In conclusione, si precisa che l’obbligo di guinzaglio non si applica ai cani utilizzati dai portatori di handicap e quelli impiegati nelle operazioni di vigilanza, soccorso o altro pubblico servizio, nei censimenti e nelle attività autorizzate dall’Ente, nella ricerca di animali morti o feriti. Sono altresì esclusi i cani al seguito delle mandrie e delle greggi autorizzate al pascolo, purché siano costantemente tenuti sotto controllo e non arrechino disturbo ai fruitori lungo i sentieri e la viabilità esistente, e gli animali domestici custoditi e condotti da residenti o gestori di attività o loro ospiti, esclusivamente presso gli edifici e le relative pertinenze.

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