Cronaca
Oggi la requisitoria per l’omicidio della piccola Fatima: lanciata dal balcone per punire la madre
All’uomo viene contestato l’omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi.
Mattinata difficile in corte d’Assise per la requisitoria della pm Valentina Sellaroli nel processo per la morte della piccola Fatima.
Fatima, la bambina di tre anni che la notte del 13 gennaio 2022 è volata giù dal ballatoio al quinto piano di una palazzina in via Milano, nel centro di Torino. La bimba è deceduta la mattina dopo e di quella morte è accusato da allora Mohssine Azhar, il 32enne compagno della madre della piccolina.
“Mohssine Aznar? Un mostro che lanciato la piccola Fatima dal quinto piano per una vendetta trasversale. Voleva punire la sua compagna, mamma della piccola, perché si lamentava che fosse drogato e il mattino stesso era stato condannato a 8 mesi di carcere in tribunale”, queste le parole della pm, riportate da La Stampa.
All’epoca gli inquirenti avevano messo in dubbio subito l’alibi di Mohssine Azhar che aveva spiegato che la piccola gli era scivolata dalle mani mentre “stava giocando al ‘vola vola’”.
Versione in contrasto con quella della mamma Lucia Chinelli che, in un primo momento, ha affermato di non essere presente durante l’incidente. In seguito ha accusato l’uomo di aver “lanciato apposta la piccola” dopo un litigio scoppiato perché la donna voleva riportare la bimba a casa, al piano di sotto.
Tesi supportata anche dall’esito dell’esame autoptico. Inoltre, le immagini riprese dalle telecamere hanno catturato gli ultimi istanti della caduta della bimba di tre anni. La parabola prima di toccare il suolo e rimanervi inerte.
Quel giorno Azhar era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e di alcol che stava consumando in casa con degli amici. All’uomo viene contestato l’omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Per lui è stato richiesto l’ergastolo.
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