Ambiente
Intesa Sanpaolo chiede di portare a processo un attivista di Extinction Rebellion
L’attivista verrà processato per “violazione di domicilio”.
Il prossimo 4 luglio, il tribunale di Torino deciderà se un attivista di Extinction Rebellion verrà processato per “violazione di domicilio”, reato punito con la reclusione da 1 a 4 anni. I fatti risalgono al 2 giugno del 2022, quando l’attivista era stato accusato di essere entrato all’interno del Grattacielo di Intesa Sanpaolo e aver lasciato dei volantini su scrivanie e muri, con i dati degli investimenti in combustibili fossili della banca. Nonostante la richiesta del pubblico ministero di archiviazione del caso, Intesa ha deciso di opporsi e di chiedere che si vada a processo.
Secondo Extinction Rebellion, tra i volantini lasciati quel giorno al grattacielo, i cui dati mostravano come Intesa Sanpaolo sia la banca numero uno in Italia per investimenti nei settori di carbone, petrolio e gas, ci sarebbe stata anche una lettera firmata dagli stessi investitori della banca, preoccupati per i suoi finanziamenti all’industria fossile. Pedro, l’attivista sotto accusa, dichiara di essere molto colpito dall’impegno che Sanpaolo sta mettendo nel portarlo a processo e che «Una delle banche italiane maggiormente responsabili della situazione disastrosa in cui ci troviamo, sta facendo di tutto per difendersi con le unghie e con i denti pur di non riconoscere e assumersi le proprie responsabilità, attaccando invece ferocemente chi ha provato a metterle in luce».
L’accusato, in attesa della prossima settimana, si dichiara infine «Pronto a portare in tribunale gli stessi dati che c’erano su quel volantino. Intesa è la prima banca italiana per investimenti in combustibili fossili».
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