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Cronaca

Torino Pride: la ministra Roccella ci ha impedito di presentare un libro al Salone

Gabriele Farina

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“Sabato 20 maggio, al Salone del Libro, è stata negata al Torino Pride la possibilità di presentare un libro come da programma in Arena Piemonte. Chi ce lo ha impedito? La ministra Roccella e le persone che erano con lei sul palco”.

E’ questa la ricostruzione del Torio Pride di quanto avvenuto nel giorno più caldo del Salone del LIbro, quando c’è stata la contestazione alla ministra Roccella. Questa che segue è la ricostruzione di quanto avvenuto raccontata dal Torino Pride.

“Alle ore 14.00, all’Arena Piemonte, era in programma il panel dal titolo “Emancipazione e coming out musica – da libro l’anello di Bindi” con i seguenti relatori: Ferdinando Molteni, Paolo Rumi, Marco Emanuele e la cantautrice Silvia Starnini, di Famiglie Arcobaleno. A causa del perdurare della presenza della ministra e degli esponenti politici regionali e nazionali sul palco, la presentazione non è potuta iniziare. La responsabile delle attività del Coordinamento al Salone, Margherita Anna Jannon, inizialmente tenta di spostare la presentazione in uno spazio accanto a quello previsto. Questo tentativo non va a buon fine anche a causa del fatto che le è stato impedito di annunciare al microfono il temporaneo cambio di programma dalle persone sul palco. Passano i minuti: alle 14.40, in un ultimo tentativo Margherita sale in piedi sulla panca, e tenta un’interlocuzione con la ministra perché restituisca lo spazio per poter fare l’incontro. Viene chiesto garbatamente alle persone che sono sul palco di lasciarci lo spazio come da programma. Nessun* ci ascolta. Tutto questo potete vederlo dal resoconto video che Rete Genitori Rainbow ha postato sul suo sito.

Le compagne e i compagni di Non una di meno e Extinction Rebellion, che hanno democraticamente e verbalmente contestato la ministra per le posizioni su ambiente e diritto all’aborto, ci fanno spazio tra il pubblico, creando coi loro corpi un piccolo vuoto dove abbiamo potuto effettuare la presentazione, in forma improvvisata e militante. E’ stato davvero un momento bello, che abbiamo amato moltissimo, seppur molto difficile.

Capirete quindi il nostro sconcerto quando abbiamo sentito parlare della necessità di “difendere il diritto di parola”. Non esiste un “leso diritto di parola” quando la disparità di accesso alle risorse mediatiche è quanto mai evidente. La violenza istituzionale che ci sta colpendo cresce di giorno in giorno, messa in atto dal governo e diffusa e giustificata tra gli apparati dello stato che operano in un clima di repressione costante. Davanti a questa violenza, che si esprime anche con i manganelli nei confronti delle persone al margine, il dissenso è democrazia e resistenza.

Ribellarci su chi ci usa violenza, anche solo verbalmente, fa parte della storia del movimento LGBTQIA+, anzi, ne è parte costituente: fu nel 1972 a Sanremo, forse nella prima manifestazione pubblica, che venne fatto saltare un convegno di medici che sostenevano la patologia nell’essere omosessuali.

E a chi continua a difendere questo “diritto di parola” chiediamo: del nostro diritto di parola, nello spazio programmato in quell’Arena, chi si è preso cura? La risposta è semplice: non chi era sul palco, ma chi era sotto a immaginare con noi un presente diverso.

Ci vorrebbero zitte e buone, ma esprimeremo sempre il dissenso a chi ci userà violenza e no, non possiamo considerare la ministra benvenuta nella nostra città. Chiunque usi violenza sulle nostre vite e sui nostri corpi non potrà mai essere da noi benvenutə, e ci aspettiamo la stessa chiarezza dalle persone e dalle istituzioni alleate, così come ci aspettiamo vicinanza e solidarietà a chi esprime il dissenso. Non possiamo accettare che chi esprime il dissenso riceva una denuncia, come troppe volte è già successo nella nostra città. Nel silenzio delle istituzioni, il Pride esprime solidarietà alle persone che hanno messo in atto la contestazione e fa proprie le loro rivendicazioni: sfileremo orgogliosamente anche con loro”.

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