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Cronaca

Grandine nel canavese, gravi danni alle coltivazioni

Gabriele Farina

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La notte tra sabato 27 e domenica 28 maggio è stata caratterizzata da forti perturbazioni che hanno interessato il Torinese, con maggior violenza nell’area settentrionale. Dopo la siccità dell’inverno appena trascorso e delle prime settimane della primavera, la pioggia salutare di maggio era stata accolta con sollievo dal mondo agricolo ma, come ormai consuetudine, sin dalla serata di sabato 27, fenomeni temporaleschi con forte vento, piogge violente e grandine hanno interessato alcuni comuni del Canavese. San Benigno, Caluso e alcuni territori limitrofi tra le zone più colpite dalle precipitazioni che localmente hanno dato luogo anche nubifragi che hanno scoperchiato tettoie, creando danni, specie al settore agricolo.

Bartolomeo Merlo, presidente del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dei vini DOCG di Caluso e DOC Carema e Canavese, commenta, sconsolato che “seppure sia ancora difficile stimare l’entità dei danni, nella parte bassa di Caluso, la perdita è quasi al 100%, quindi nell’anno dell’Erbaluce, vitigno della regione Piemonte, non avremo produzione. Nella parte collinare, molte viti erano già fiorite, attualmente è difficile capire se ci potrà essere o meno una certa ripresa. Purtroppo laddove la grandinata è stata più violenta, possiamo temere anche conseguenze per le vendemmie future oltre che per quella del 2023. Andando verso Mazzè, invece, non vi sono stati particolari problemi”. Ivo Actis Dana, presidente della Cantina della Serra, solidare con i colleghi calusiesi, comunica che “nella nostra area, a cavallo tra le province di Torino e Biella, intorno al lago di Viverone, è solo piovuto, senza creare particolari problemi”.

Sul fronte cerealicoltura, la situazione, a prima vista, potrebbe essere meno impattante, seppure delicata. Il mais è stato colpito ma con la piantina ancora piccola e quindi con possibilità di ricaccio; mentre frumento e orzo, laddove si è manifestata la grandine erano già in fase di spigatura, pertanto, seppur allettati, si spera di recuperare gran parte del prodotto. Nell’Eporediese si riscontra la distruzione delle coltivazioni di piccoli frutti.

Piante abbattute, cantine e locali allagati, voli da caselle dirottati, la notte di maltempo ha creato gravi disagi e rammenta che l’estremizzazione dei fenomeni climatici, ormai non è più un fattore occasionale ma una tendenza che si conferma.

Il presidente di Confagricoltura Torino, Tommaso Visca di fronte a tale calamità commenta ”il mutamento climatico è ormai un dato di fatto che non si può più ignorare. Non si tratta più di fenomeni isolati ma di un concatenarsi di emergenze, dalla siccità ai nubifragi, che mettono a rischio il settore primario. Confagricoltura Torino è vicina agli agricoltori colpiti. Siamo in attesa di una valutazione più precisa del disastro ma già si percepiscono ingenti perdite in alcune zone per i viticoltori ma anche per frutticoltori e cerealicoltori.”

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