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Asti

Arrestate ad Asti sei persone che si fingevano dipendenti dell’acquedotto per truffare gli anziani

Gabriele Farina

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Nella giornata di martedì 16 maggio i Carabinieri dal Nucleo Investigativo di Asti, supportati da personale del 1° Reggimento “Piemonte” di Moncalieri, da un’unità cinofila per la ricerca di armi ed esplosivi di Volpiano e dai militari delle Compagnie di Asti, Villanova d’Asti e Canelli, hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza applicativa della custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Asti, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di sei persone.

I sei soggetti, tutti dimoranti nel Comune di Asti, sono ritenuti responsabili di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine in abitazione in particolare in danno di vittime deboli quali le persone anziane. L’operazione, di poco successiva a quella portata a termine la scorsa settimana nel torinese sempre dal Nucleo Investigativo, riguarda un altro gruppo di “truffatori”, i quali pur portando a termine i reati con le stesse modalità del primo, operavano in modo assolutamente autonomo e indipendente dal precedente.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, attraverso numerosi servizi di pedinamento e osservazione, analisi dei filmati di videosorveglianza sulle vie di comunicazione e nei centri frequentati dagli indagati, riconoscimenti fotografici e attività tecniche, nonché escussione delle vittime direttamente al proprio domicilio, hanno permesso di identificare i sei presunti autori dei reati commessi con la tecnica del “finto addetto dell’acquedotto”, i quali a bordo di una Mercedes GLA o di un’Audi A3, entrambe di colore scuro e dal motore molto potente tale da assicurare elevatissime prestazioni, hanno portato a segno numerosi colpi a partire dal 2023 non solo nel territorio piemontese, ma anche in altre Regioni limitrofe.

Diciotto gli episodi contestati, commessi tra gennaio e aprile di quest’anno sul territorio piemontese, lombardo ed emiliano.

Il consolidato modus operandi emerso nel corso delle indagini vedeva i presunti autori qualificarsi come tecnici dell’acquedotto, gli stessi, una volta guadagnato l’accesso nelle case prescelte, riuscivano ad ingannare le anziane vittime sottraendo loro oggetti preziosi e denaro. In tredici dei diciotto eventi per cui si procede, è stato contestato il reato di rapina aggravata, in quanto gli indagati, durante l’azione criminosa, utilizzavano sostanze urticanti (sostanze alla capsaicina o simili) i cui effetti aggravano lo stato di vulnerabilità delle vittime.

Nel corso dell’operazione oltre a dare esecuzione ai provvedimenti cautelari di custodia, per tre destinatari in carcere e per gli altri tre ai domiciliari, sono state effettuate diverse perquisizioni in abitazioni nella loro disponibilità ed impiegate dagli indagati come ricovero “sicuro” delle autovetture e degli strumenti utilizzati per perpetrare i reati.

Naturalmente l’indagine è in corso, anche per valutare ulteriori responsabilità a carico dei soggetti in analoghi episodi avvenuti nei mesi precedenti, e dovrà acquisire gli elementi idonei a superare la attuale presunzione di non colpevolezza degli indagati.

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