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A Torino l’avanguardia della cardiologia interventistica internazionale: angioplastiche per pazienti considerati inoperabili

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Il Centro Congressi Lingotto di Torino ospiterà il 4 e il 5 maggio 2023 la seconda edizione del Turin CTO&CHIP, evento internazionale dedicato alla cardiologia interventistica. Il congresso, al quale sono attesi oltre 400 specialisti da tutto il mondo, si concentrerà sui trattamenti per le occlusioni coronariche croniche totali (CTO) e le nuove tecniche per i pazienti complessi ad alto rischio con indicazione all’intervento coronarico (CHIP – Complex higher-risk and indicated patients), che fino a poco tempo fa erano considerati inoperabili. Il programma prevede 18 casi live di occlusioni croniche con approccio anterogrado e retrogrado, realizzati e commentati dai migliori specialisti del settore.

Secondo le statistiche, le malattie cardiovascolari sono infatti la prima causa di morte in Italia e nel mondo. Ma di queste la stragrande maggioranza, circa il 70%, non sono determinate da eventi acuti come infarto o ictus, ma dalla cronicizzazione della malattia cardiaca dopo l’evento acuto, scompenso cardiaco, aritmie e occlusione coronarica cronica.

Il paziente cardiopatico cronico, che abbia già subito una coronarografia per risolvere un evento acuto, può andare incontro a una occlusione coronarica nel 20% dei casi. Pazienti diabetici e pazienti con scompenso cardiaco hanno un’incidenza di occlusione superiore al 40%. Sono pazienti cronici che lamentano stanchezza, dolore al petto e gravi malesseri. A volte hanno avuto un infarto, ma senza accorgersene, perché senza sintomi evidenti.

Si chiamano occlusioni coronariche croniche se perdurano da almeno tre mesi e un tempo erano considerati casi inoperabili: oggi l’angioplastica, praticata in condizioni particolarmente rischiose, può salvare la vita del paziente e ridurre le disabilità. Sono necessarie competenze iperspecialistiche e device e materiali clinici all’avanguardia.

L’intervento CTO-PCI – a cui è dedicato il convegno al Lingotto –  rappresenta la procedura coronarica più delicata, tecnicamente più complessa e più a rischio d’errore. Rappresenta l’avanguardia della cardiologia interventistica.

Negli ultimi anni si è assistito a un aumento del successo procedurale, che può essere superiore al 90% se affidato a operatori esperti, grazie soprattutto alla formazione di professionisti dedicati e allo sviluppo di materiali e tecniche specifiche.

“Si tratta di una procedura iniziata in Giappone e che si sta diffondendo in tutto il mondo – spiega Andrea Gagnor, cardiologo dell’ospedale Maria Vittoria di Torino – Asl Città di Torino, coordinatore scientifico del convegno insieme a Roberto Garbo, cardiologo del Maria Pia Hospital di Torino, Ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Researchaccreditato con il SSN. “In Italia sono ancora pochi i centri dove è possibile eseguire la procedura e Torino è capofila nazionale”.

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