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Ha fatto conoscere gli aspetti spirituali di Torino: dedichiamo una scuola a Giuditta Dembech

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Ci scrive un cittadino di Torino, a seguito della morte di Giuditta Dembech, per proporre l’intitolazione di una via, un’aula universitaria, una scuola alla giornalista scrittrice, molto amata dalla popolazione.

“Tra chi mi insegnò che si possono abbattere i muri con il dialogo, – scrive il proponente, che si firma Obelix – fu una delle due persone che mi ispirarono due incontri atti a dimostrare la validità di tale affermazione. Uno, quello tra il governo della Repubblica Popolare Cinese e S.S il Dalai Lama, si può tenere a Torino. Dubito che si possa fare con quello tra Russia ed Ucraina”.

“Grazie a Lei, – continua -Torino fu la prima città in occidente a rendere pubblico il Wesak. Nel 1981. Prima veniva celebrato in forma privata nei vari circoli. Che cosa è? Si narra che il Buddha storico, lasciato il corpo fisico, si trovò sulle soglie del Nirvana con i Maestri in attesa. I Maestri sono esseri umani così spiritualmente evoluti da andare oltre alla fede di origine. Vista la sofferenza degli esseri viventi, fece voto di entrare nel Nirvana solo dopo l’ultimo essere vivente. Una volta l’anno sarebbe sceso a benedire tutto ciò che vive. A Lui si unì il Cristo”.

“Con i suoi libri su Torino città Magica, e gli altri libri di ricerca spirituale, – conclude – le sue conferenze e le sue trasmissioni radio, ha fatto conoscere gli aspetti spiritualmente migliori di Torino. Con forte richiamo turistico.
Spiegando il concetto di karma, ha cercato di insegnarci che il cambiamento dipende da noi. Così come il nostro destino. Semplificando, ha fatto partire dei raggi di luce che illumineranno l’Europa. Portando convivenza e pace.
Per questo merita questi riconoscimenti”.

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