Cronaca
La Corte Costituzionale apre allo sconto di pena per l’anarchico Cospito
Su richiesta della Corte d’Assise d’Appello di Torino sul processo a Alfredo Cospito per l’attentato alla Scuola allievi carabinieri di Fossano del 2 giugno del 2006, in cui furono posizionati nei cassonetti vicino all’ingresso due ordigni ad alto potenziale esplosivo, la Corte Costituzionale ha definito la pena fissa dell’ergastolo “indiziata di incostituzionalità”. Non ci furono feriti, ma dato che Cospito era recidivo i giudici di Torino si vedevano costretti ad applicare il quarto comma dell’articolo 69 del codice penale “nella parte in cui vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva di cui all’art. 99, quarto comma, cod. penale nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo” che però la Consulta considera illegittima.
La condanna all’ergastolo per Alfredo Cospito potrebbe quindi essere impedita da questa decisione, rimanendo alla pena di 20 ani che l’anarchico sta già scontando.
Di diverso avviso è l’avvocato generale dello Stato, Paola Zerman, con il collega Ettore Figliolia: “C’è un equivoco di fondo da parte della Corte di Torino: l’affermazione che laddove non ci sono morti la strage è di lieve entità. E’ come dire che la strage per fini politici deve richiedere un pericolo concreto e quindi la morte delle persone. Ma così siamo fuori dalla norma”. Inoltre, “porterebbe ad un vulnus nel sistema” perché “può aprire la strada a riconoscere la lieve entità ad altri reati come l’associazione mafiosa”.
Le condizioni di Cospito intanto sono costantemente gravi, “non si alimenta con pasta, pesce e carne, da 180 giorni. Non avremmo mai pensato che sarebbe giunto vivo al 18 aprile. Ma ha perso la capacità di deambulare, non muove più un piede e ha perso 50 chili di peso” – fa sapere l’avvocato difensore di Cospito, Flavio Rossi Albertini.
Foto di Krzysztof Golik, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
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