Cittadini
A Torino le mamme straniere a scuola con i figli per imparare l’italiano
A Torino vi sono molte donne di origine straniera che non parlano l’italiano in modo adeguato a poter garantire loro una piena inclusione, anche in relazione alle opportunità di formazione professionale e lavoro, nonché di socializzazione al di fuori della cerchia familiare.
Partendo da questa constatazione, la Sala Rossa ha approvato una mozione (prima firmataria, Lorenza Patriarca, PD), che impegna l’Amministrazione comunale ad una serie di azioni, a partire dal promuovere percorsi di apprendimento della lingua italiana nei pressi delle ludoteche e dei Nidi, e nelle scuole dell’Infanzia e del Primo ciclo di Istruzione, corsi destinati alle mamme di altra madrelingua in orari (per facilitarne la fruizione) coincidenti con l’orario scolastico dei figli).
Inoltre, il Comune dovrà promuovere, insieme all’Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale, all’Università e alle grandi realtà del terzo settore e del volontariato sociale, i CIPIA, la nascita di una struttura di coordinamento in tema di insegnamento dell’italiano L2 per le giovani madri straniere da ubicare nelle sedi scolastiche del primo ciclo.
Al tavolo di coordinamento andrà portato il tema del riconoscimento delle ore di frequenza certificate al termine dei corsi promossi nella “scuola delle mamme” in modo che i percorsi frequentati siano validi per il monte ore previsto per la preparazione alle certificazioni A2 e B1 dei CPIA del territorio.
Infine, andrà svolta tramite il portale web della Città di Torino un’adeguata informazione sull’offerta di corsi gratuiti di alfabetizzazione presenti nelle diverse Circoscrizioni dell’area torinese.
Il documento approvato sottolinea anche le difficoltà di comunicazione che spesso si riscontrano tra insegnanti delle scuole dell’obbligo e madri di allievi non di nazionalità italiana, peggiorata dall’informatizzazione.
Inoltre, viene evidenziato come il diverso modello culturale e il lavoro di cura della casa e della famiglia rendano difficile o anche impossibile per molte donne la frequenza dei corsi che la rete dei CPIA o delle Associazioni del terzo settore potrebbero offrire loro. Esperienze di “scuola delle mamme” portate avanti dalle istituzioni scolastiche e da Enti del terzo settore, tra l’altro, sono state numerose ma penalizzate nella loro continuità dal basarsi sull’attività del volontariato.
Dopo gli interventi dei consiglieri e consigliere Ravinale, Greco, Santiangeli, Ciampolini, Castiglione, Apollonio, Abdullahi, Garione, Viale e Abbruzzese, il documento è stato approvato con 26 voti, l’unanimità dei votanti.
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